Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
domenica 20 aprile 2025
 
 

Le Province tra risparmi veri e presunti

05/07/2013  Abolirle sì, ma perché è il sistema delle autonomie che va riformato

Province, abolirle o non abolirle? Questo il problema.

   Ma quando si parla di riforma delle istituzioni il dato economico non può essere l’elemento prevalente. Per “smontare” l’articolo 114 della Costituzione (“La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato”) e l’intero Titolo IV della nostra Carta fondamentale, dedicato alle autonomie locali, non basta la calcolatrice del ragioniere.

   
Ma usiamo pure la calcolatrice. Quanto si risparmierebbe davvero con l’abolizione delle Province?
Stando ai dati 2011, la spesa pubblica complessiva in Italia è ammontata a 813 miliardi di euro: 182 per l’amministrazione centrale, 305 per la previdenza, 75 per interessi sul debito, 168 per le Regioni (116 per la sola sanità), 72 per i Comuni. Le Province sono costate complessivamente 11 miliardi di euro. 

     Se le azzerassimo, quindi, potremmo risparmiare una cifra pari grosso modo a quella che potrebbe permettere l’abolizione dell’Imu sulla prima e anche la seconda casa. Ma ne siamo sicuri?

     Certo potremmo risparmiare il costo della politica, cioè di presidenti, assessori e consiglieri: in totale 111 milioni di euro. Ma i risparmi rischierebbero di finire qui.

      Qualcuno, al posto delle Province, dovrebbe comunque provvedere a gestire trasporti e viabilità (1 miliardo e 430 milioni); smaltimento dei rifiuti e tutela del suolo (3 miliardi e 200 milioni); edilizia scolastica e formazione professionale (2 miliardi e 210 milioni), centri di impiego e avviamento al lavoro (1 miliardo e 100 milioni).

    
Un capitolo consistente è quello del costo del personale delle Province (57 mila dipendenti), circa 2 miliardi. Ma ovviamente nessuno pensa a licenziamenti in massa e quindi il risparmio sarebbe  immaginabile solo bloccando totalmente il turn over e comunque sarebbe diluito in tempi lunghi.

     A conti fatti, quindi, l’abolizione delle Province potrebbe rivelarsi un ben piccolo risparmio. Nel migliore dei casi si ipotizza un‘economia di 700/800 milioni di euro. Il che di questi magri tempi non sarebbe poco, ma certo assai meno di quanto  alcuni si immaginano e vanno sbandierando.

     In conclusione, se le Province devono scomparire - e forse è giusto che sia così - che il loro tramonto venga deciso nell’ambito di una vera riforma delle autonomie locali, in un disegno più vasto e articolato, come fu quello che immaginarono e scrissero i padri costituenti.

 

Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo