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lunedì 14 ottobre 2024
 
 

Le religioni, mattoni d'Europa

12/09/2011  Angela Merkel è intervenuta oggi a Monaco: "Libertà, responsabilità e diritti umani sono i mattoni dell’Europa costruiti in secoli di lotte e possiamo dire che oggi l’Europa è solida".

«La pace è possibile sono con il rispetto dei diritti umani, curando i malati, togliendo la fame dal mondo. Sette miliardi di uomini oggi ci chiedono questo». Angela Merkel ha le idee chiare a proposito d “pace”. Solo con il rispetto dei diritti umani e solo con l’umanizzazione progressiva di tutte le civiltà si può camminare speditamente verso la pace. La cancelliera tedesca è intervenuta personalmente oggi - a cavallo tra le due sessioni di tavole rotonde previste la giornata, ben 24 tra mattino e pomeriggio - al 25° Incontro internazionale della pace di Monaco di Baviera. Questo a testimonianza del rilievo anche politico che, in un tempo caratterizzato da un’agenda stringente quanto alla politica economica (questa mattina la Bundeskänzlerin aveva incontrato a Berlino il presidente della Commissione europea Barroso in merito alla situazione della Grecia) l’appuntamento bavarese sta assumendo.

«Sono cresciuta nella Germania dell’Est e so bene che fino a qualche anno fa era impensabile che cadesse la cortina di ferro. Nel 1989 si è mostrato invece che la speranza può abbattere anche le barriere più alte. Mostriamo allora al mondo che anche oggi c’è speranza!», ha continuato fra gli applausi della numerosa platea. La Merkel ha poi apprezzato pubblicamente lo “Spirito di Assisi” perché le religioni sono parte della società e «la politica ne ha bisogno; essa da sola non ce la fa», ha rimarcato alzando il tono di voce, «in quanto essa vive su quello a cui il popolo, cioè la gente crede». Altrimenti c’è il vuoto. «Libertà, responsabilità e diritti umani sono i mattoni dell’Europa costruiti in secoli di lotte e possiamo dire che oggi l’Europa è solida», ha aggiunto, lanciando un altro messaggio, qualora ce ne fosse bisogno, ad alcuni membri della sua coalizione, che ancora stamani avevano rilasciato dichiarazioni nel senso di abbandonare la Grecia al suo destino. Certo, «non possiamo più vivere al di sopra delle nostre possibilità e minacciare così il futuro delle generazioni a venire». Infine, il riferimento a quanto sta succedendo in questi mesi nel Medio Oriente: «I giovani del mondo arabo ci chiedono partecipazione sociale, economica e politica e hanno tutto il nostro appoggio. Non possiamo deluderli», ha concluso.

L’intervento della Merkel era stato introdotto dal padrone di casa, il Cardinale Reinhard Marx, che, dopo aver fatto pubblicamente le condoglianze alla cancelliera per la perdita del padre avvenuta lo scorso 2 settembre, ha lodato la politica del governo tedesco: «La sua politica è impregnata di spirito cristiano e quello noi lo sentiamo. La nostra politica e la nostra economia hanno l’uomo come fine, e di questo ne diamo atto», ha affermato Marx.

Anche Andrea Riccardi ha voluto fare gli onori di casa ad Angela Merkel, ricordando che «l’11 settembre 2001 ha spinto qualcuno a credere che lo scontro di civiltà è in mezzo noi. Siamo convinti invece che dobbiamo inaugurare un tempo di pace, che è realtà spirituale e soprannaturale». «Il nostro destino è di vivere insieme, questo richiede simpatia reciproca per i modi di vivere diversamente», ha sottolineato il fondatore di Sant’Egidio, che ha rimarcato: «Le religioni e l’Europa sono strategiche per la pace».

Il docente universitario ha poi ricordato che «senza preghiera non c’è pace, e il cuore dello spirito di Assisi richiama tutti alla dimensione unitiva delle religioni per dare un’anima al mondo». Riccardi ha poi evocato il rischio odierno di «vivere senza idee, quasi da pensionati. Noi europei non siamo solo uniti dalla storia ma è la Casa comune europea e il suo ethos i fini su cui dobbiamo investire». Infine una postilla politica: «Bisogna fare i conti con i popoli, che oggi hanno paura. Piccoli politici parlano di “patrie”, ma per noi la Heimat europea è il futuro, altrimenti il rischio è che la storia diventi cronaca». Insomma, la causa europea è troppo seria per lasciarla a pochi.

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