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mercoledì 16 ottobre 2024
 
Domenica 7 maggio
 

Le Rose di Santa Rita scendono in piazza per sostenere l’infanzia

05/05/2017  A partire da quest’anno la Fondazione Santa Rita da Cascia organizza il 7 maggio una vendita di rose per finanziare i progetti de “l’Alveare”, la casa famiglia che accoglie bambini in difficoltà chiamate "Apette". La storia di come la rosa è diventata il simbolo della Santa.

L'Alveare oggi visto dal Monastero di Santa Rita.
L'Alveare oggi visto dal Monastero di Santa Rita.

Sono rose molto speciali quelle che Domenica 7 maggio coloreranno le piazze di tutta Italia. Nel mese dedicato al culto mariano e a Santa Rita, l’avvocata dei casi impossibili venerata in tutto il mondo, la Fondazione Santa Rita da Cascia organizza una vendita di piantine di rosa per finanziare “l’Alveare di Santa Rita”, la casa famiglia che ogni anno accoglie circa 60 ragazzi e ragazze in difficoltà, offrendo loro assistenza e aiuto. Nella quasi totalità dei casi si tratta di giovani con genitori poveri e impossibilitati a prendersene cura a tempo pieno che qui, nei luoghi in cui visse la Santa, trovano un luogo dove crescere sereni e apprendere gli strumenti per costruire il loro futuro.

Per sapere dove acquistare le rose visitare il sito www.rosedisantarita.org

 

Rita da Cascia, il profumo del perdono

In punto di morte, quando la malattia la costringeva ormai a letto, Rita chiese a una sua cugina venuta a trovarla da Roccaporena (paese in cui nacque nel 1381) di portarle due fichi e una rosa dall’orto della casa paterna. La sua parente rimase sconcertata dal momento che era inverno ma, credendola in preda al delirio, decise di accontentarla. Lungo la strada del ritorno e con sua grande sorpresa, la giovane donna trovò nel luogo indicato una rosa e due fichi fioriti in mezzo alla neve, e tornò subito a Cascia per portarli a Rita.

Da allora, la rosa è divenuta il simbolo della Santa: come la rosa, Rita ha saputo fiorire nonostante le spine che la vita le ha riservato, donando il buon profumo del perdono di Cristo e sciogliendo il gelido inverno di tanti cuori. In molti sostengono che i due fichi rappresentino i suoi figli e la consapevolezza che, malgrado tutto, si fossero salvati.

Il miracolo della fioritura delle rose e dei fichi in inverno, è testimoniato da diverse e attendibili fonti raccolte durante il processo per la beatificazione avvenuta nel 1626.

Uscendo dalla porta vicino alla cella di Santa Rita, si può vedere il roseto in uno splendido scorcio dell’antico Monastero, creato in ricordo di questo prodigio. Il roseto che c'è oggi è stato piantato lo scorso secolo. L’orto di Santa Rita, dove la cugina raccolse la rosa e i fichi sotto la neve, si trova a Roccaporena a circa 5 km da Cascia.

Infine, ogni anno dopo la messa pontificale del 22 maggio, festa di Santa Rita, davanti alla Basilica di Cascia si svolge la tradizionale "Benedizione delle Rose".

Nel 1938 la Beata Madre Fasce fonda l'Alveare di Santa Rita.
Nel 1938 la Beata Madre Fasce fonda l'Alveare di Santa Rita.

“Un nido d’amore e serenità”, la testimonianza di Anna Simoni

La storia dell’Alveare inizia nel 1938 quando la Beata Madre Teresa Fasce, allora Badessa, accolse la prima Apetta, come vengono chiamate le bambine ospiti dell’Alveare. All’epoca e per molti anni la struttura ha ospitato esclusivamente bambine rimaste orfane finché, successivamente, il progetto è stato esteso anche ai maschietti.

Oggi l’Alveare è parte integrante del Monastero di Santa Rita da Cascia e accoglie le Apette, ragazze dai 6 ai 18 anni, provenienti da tutta Italia, che vivono giorno e notte all’interno della struttura e i Millefiori, ragazzi cresciuti con la loro famiglia nelle vicinanze di Cascia, ospitati durante il giorno dal lunedì al venerdì, dall’uscita di scuola fino a sera.

Accuditi dalle Monache Agostiniane e da figure altamente qualificate e desiderose di mettere a loro disposizione esperienza e tempo, i bambini dell’Alveare crescono sereni e fiduciosi nel futuro. «Quando sono entrata all’Alveare avevo dieci anni. Fortunatamente avevo una famiglia alle spalle ma provengo da un piccolo paese vicino Cascia e a causa degli scarsi collegamenti e delle condizioni meteorologiche, mi era impossibile frequentare regolarmente la scuola».A parlare è Anna Simoni, 47 anni, ex Apetta e ora educatrice dell’Alveare: «Sono rimasta all’Alveare sino alla conclusione degli studi superiori» prosegue «e per una serie di circostanze sono ritornata in veste di educatrice. Oggi accogliamo ragazzi con storie familiari complicate, problemi di integrazione e diamo loro la possibilità di completare il ciclo di studi. Quando un ragazzo o una ragazza entrano nell’Alveare portano con sé un forte disagio di cui credono essere la causa, pur non avendo alcuna responsabilità. Il nostro compito consiste nell’aiutarli a ritrovare fiducia in sé stessi. Attraverso laboratori di cucina, fotografia e manualità cerchiamo di sviluppare la loro autostima e aiutarli a scoprire le loro attitudini. Sono entusiasta di questo lavoro che rappresenta un arricchimento quotidiano e mi mette in contatto con la loro interiorità, in un atteggiamento di costante apertura. Questa è la prima volta che organizziamo una vendita di rose per beneficenza».Conclude Anna «I nostri progetti vengono realizzati grazie all’aiuto di persone che ci vogliono bene e ci sostengono economicamente. Con il loro contributo possiamo costruire un futuro diverso per  i nostri ragazzi». Maggiori informazioni visitando www.santaritadacascia.org/fondazione/fondazione-alveare.php

Un appello per la ricostruzione della Basilica

La Basilica di Santa Rita, casa di milioni di devoti che arrivano sul colle della speranza da ogni parte del mondo, ha subito  non strutturali ma economicamente ingenti, dentro e fuori l’edificio dove è custodito il corpo incorrotto della santa.

«I danni interni sono stati rilevanti per ciò che interessa le superfici dipinte nell’intradosso delle volte interne alla Basilica di Santa Rita» spiega il direttore dei lavori, l’ingegnere Tito Castellucci «in particolare rispetto al tamburo della cupola». Solo poche settimane prima degli eventi sismici del 2016, culminati con la forte scossa del 30 ottobre, nello stesso punto era stato appena completato un ciclo di restauri. In pratica, si è dovuto ricominciare i lavori daccapo. All’esterno della Basilica, invece, l’elemento che più si è danneggiato con gli eventi sismici è stata la cupola, a livello di rivestimenti» prosegue Castellucci. Parte dei ponteggi, era già montata per dei lavori ordinari di manutenzione, mentre il secondo blocco di impalcature è stato messo su da una squadra di volontari provenienti da varie parti d’Italia che ha lavorato senza sosta nei giorni successivi al sisma.

Sono stati in tanti ad offrire il loro aiuto per la ristrutturazione della casa di Santa Rita, anche se sarebbe stato impossibile accelerare i tempi dei lavori, senza l’intervento di MSC Crociere. La compagnia di crociera, infatti, ha generosamente deciso di finanziare i costi dei lavori interni ed esterni alla Basilica, consentendo di fatto di realizzare il sogno che tutto sia pronto per la grande festa del 22 maggio.

Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita ha formulato un ringraziamento rivolto a quanti hanno contribuito alla ristrutturazione: «Noi sentiamo il dovere di ringraziare quanti hanno contribuito a risolvere i danni che ha provocato il terremoto, quanti hanno espresso la loro solidarietà. Sento come incredibile provvidenza tutto questo e ringrazio Dio».

Per contribuire ai lavori di ristrutturazione è possibile donare, seguendo le indicazione del sito www.santaritadacascia.org/

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