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domenica 10 novembre 2024
 
 

Le storie di Licurgo

15/04/2010  Ce le racconta Salvatore Niffoi nel suo ultimo libro.

Il titolo dell’ultimo libro di Salvatore Niffoi, Il bastone dei miracoli (Adelphi, pp. 160, euro 18,00) rimanda all’esistenza di un immaginario “bastone dei miracoli”, una sorta di amuleto che darebbe al suo possessore ricchezza e potere. E già qui abbiamo la prima cifra di questo libro, non nuova nella produzione dello scrittore barbaricino: una Sardegna rappresentata nel suo intreccio tra religione e superstizione, riti selvaggi e miti ancestrali.
 
La vicenda inizia con l’agonia e la morte di Licurgo Caminera, il quale affida ai sei figli superstiti altrettante buste contenenti i capitoli di una storia, che occupa la parte più consistente del libro. Al centro della vicenda è Paulu Anzones, il quale, da emarginato che era, diventa potente quando entra in possesso del mitico “bastone dei miracoli”. Paulu stringe un’intensa amicizia con Chicchu Barreja, al quale, a un certo punto, salva la vita. E quando l’amico morirà, in circostanze misteriose, deciderà di sposarne la sorella, Rosedda. Dando origine, però, a una famiglia infelice. Rosedda avrà un figlio da un altro uomo, perché il matrimonio con Paulu non viene consumato. Ancora una volta Niffoi firma una storia a tinte forti, di passioni insopprimibili, di piccole e grandi crudeltà.
 
Il realismo della rappresentazione è interrotto da una certa componente onirica. Lo stile è funzionale a questo tipo di racconto: ricco, immaginifico, metaforico. Alla lingua italiana si intrecciano termini del dialetto barbaricino. Due piccoli appunti: la prima e la seconda parte del libro appaiono giustapposte l’una all’altra e la vicenda narrata nelle sei lettere si conclude con un’improvvisa accelerazione.

 
 
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