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Le storie di vita dei nonni ieri e oggi

02/10/2022  Si intitola "Nonni che narrano la storia" il libro edito Tau che raccoglie i ricordi del periodo postbellico, le sfide della ricostruzione e i racconti dei giovani affascinati dalle mode dei “favolosi” anni 60

Massimo Madella, 70 anni, curatore del libro
Massimo Madella, 70 anni, curatore del libro

Nonni di ieri e di oggi che narrano pezzi di storia vera. C'è Pietro che racconta di quando, durante la guerra, un ufficiale tedesco gli intimò di riparare una locomotiva con una rivoltella puntata alla tempia. Eleonora ricorda quando con la sua famiglia riuscì a salvarsi da un bombardamento, la domenica di Pasqua. I ricordi del periodo bellico lasciano poi posto alle sfide della ricostruzione e ai racconti dei giovani, affascinati dalle mode dei "favolosi" anni '60. C’è tutto questo in Nonni che narrano la storia edito Tau curato da Massimo Madella, dirigente scolastico in pensione e docente di pedagogia. Scrivo libri per ragazzi e per adulti. «Un libro scritto dai nonni per il nipoti». Si tratta di una raccolta di trentatré racconti di autori diversi. «Sono "storie di vita" vere, ambientate in diverse regioni d’Italia, che si svolgono in tre periodi: la seconda guerra mondiale, la ricostruzione degli anni ‘50, il “miracolo economico” degli anni ’60».

Protagonista? «La gente comune, con i suoi drammi quotidiani, le sue fatiche e le sue speranze, la sua voglia di vivere. Le storie sono in ordine cronologico. Il primo capitolo narra di un carabiniere siciliano, in servizio a Milano durante la guerra, che aveva rischiato la fucilazione per salvare quaranta persone dalla deportazione nei campi di sterminio. Lui non volle che si venisse a conoscenza del suo atto di eroismo e il fatto si venne a sapere solo dopo la sua scomparsa». 

La copertina del libro edito Tau
La copertina del libro edito Tau

Seguono i racconti di famiglie «che sfuggono ai bombardamenti, che sopportano l’occupazione tedesca, la fame e i disagi della guerra. Poi vengono le fatiche della ricostruzione, i primi entusiasmi, le gioie per le piccole conquiste. Gli anni ’60 sono contrassegnati dal piacere delle novità e dalla consapevolezza di vivere in una epoca relativamente felice».

   Le ultime pagine, invece, le ha dedicate ai suoi alunni «di una scuola popolare serale a Ronchetto sul Naviglio, quartiere alla estrema periferia di Milano, nell’anno 1970. È la storia, con alcuni risvolti drammatici, di un gruppo di giovani studenti-lavoratori, di cui ho apprezzato la ferma volontà e l’impegno. Questi ragazzi seri e determinati possono proporsi come un valido esempio per tanti giovani di oggi».

   E conclude: «Gli “scrittori della memoria”, oltre al sottoscritto, sono tredici. Alcuni sono docenti dell’Università della terza età e altri fanno parte di un gruppo di amanti della letteratura che si riuniscono periodicamente nel cenacolo letterario “il melograno” di Milano, un ambiente modesto e senza grandi pretese, ma animato da entusiasmo e creatività. La prefazione è del professore Mario Gecchele, docente di storia della pedagogia dell'Università di Verona».

 
 
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