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Chiedilo a credere
 
Credere

Le teorie cosmologiche mettono in crisi la Fede in Dio?

24/11/2022  Certe verità si gustano solo esistenzialmente: come l’amore, l’amicizia... come un buon pasto

Proseguiamo la riflessione in risposta alla domanda del nostro Federico lettore, che si chiedeva: se la “teoria del tutto” dovesse diventare realtà, come potremmo ancora credere in Dio? Un problema interpretativo su un'opera d'arte non mette in dubbio ogni volta l'esistenza dell'artista. Trovare nuove connessioni all'interno di un quadro simbolico ricco non mette in dubbio l'esistenza di un'intelligenza dietro, ma mette in luce questa intelligenza. Un sistema che non ha bisogno di continui interventi di manutenzione mi fa piuttosto pensare che chi l'ha fatto ha fatto una cosa “molto buona”. Ben venga la riflessione scientifica, che si tratti della teoria del Big Bang (avanzata peraltro da un sacerdote cattolico, Georges Lemaître) o della ricerca di una “teoria del tutto”.

Che il sistema dovrebbe spiegarsi da solo, in una lettura sapienziale mi conferma solo che il Creatore ha fatto un mondo «bello e buono». Mi conferma nella verità di fede che Dio non è parte dell'ingranaggio mondano, che non è un “enzima” nel processo intramondano, che la mia relazione con Lui non passa per una schiacciante necessità, ma attraverso un appello alla libertà. La fede non è teorizzare sul divino, ma è la theoria (in greco), ovvero la contemplazione di Dio e l'unione mistica con la divina Trinità.

Per questo, il mio invito è quello di coniugare la sua ricerca – molto bella e buona – a un vissuto personale. Se vuoi credere, Federico, mettiti in ginocchio, diceva Blaise Pascal. Cosa voleva dire? Certe verità si gustano solo esistenzialmente: come l'amore, come l'amicizia, come un buon pasto (ora che vivo all'estero, dopo aver descritto a uno straniero il distintivo di una vera pasta, di un vero caffè, di un riuscito impasto di pizza... tocca invitarlo e farglieli gustare. Mi è accaduto proprio l'altro ieri, quando ho avuto l'ennesima soddisfazione di un amico francese che era venuto a cenare da noi, e che mi ha detto: «Certo, come fate voi la pasta, nessuno...»). Ecco, siamo davanti al primo passo del Vangelo: «Venite e vedete».

Nemmeno la Parola si contenta di descriversi a parole: invita all'esperienza, all'incontro. Spero che questi spunti siano utili, non per spegnere le tue domande, caro Federico, ma per gustare tutta la traversata mantenendo vivi i punti interrogativi e, al contempo, gustando i punti esclamativi: ricerca e contemplazione... due ali inseparabili nel cammino di un credente, che usa la fede e la ragione. 

 
 
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