Nella Baghdad in cui, anche oggi, tre esplosioni hanno causato almeno 24 morti e decine di feriti, si è pregato per la pace. Lo hanno fatto, insieme, cristiani, musulmani e yazidi, chiamati dal patriarca caldeo Louis Raphael Sako a unire i cuori e le voci per una preghiera interconfessionale nella chiesa dedicata alla Regina del Rosario a Baghdad. Parlando al sito Baghdadhope, il patriarca della Chiesa ha spiegato che l'incontro di "preghiera di pace per l’Iraq, la Siria e l’intera regione mediorientale” è stato un tentativo di muoversi in direzione “della pace per il nostro martoriato Paese”. La preghiera è diventata l'arma dei pacifici da contrapporre alla “cultura del settarismo” che si è diffusa in Iraq dopo la caduta di Saddam Hussein, con lo scontro fra sciiti e sunniti e l'irrompere sulla scena del terrorismo fanatico dell'Isis. Proprio in queste ore l'esercito iracheno ha annunciato di essere entrato a Falluja, la città roccaforte dei militanti del califfato.
L’Anno giubilare della Misericordia e il Ramadan, il mese sacro di
digiuno e preghiera islamico, sono “una opportunità per correggere le
percezioni reciproche” e per “scegliere la via che conduce alla pace,
alla riconciliazione” e a un “clima di fiducia”. È uno dei passaggi del
messaggio lanciato dal Patriarca Caldeo Louis Rapahel Sako. Nel messaggio, divulgato da
AsiaNews, Sako ha esortato i leader religiosi a unire gli sforzi
per diffondere “la cultura della tolleranza”, rafforzare “i valori di
appartenenza” alla nazione e “mettere al bando ogni forma di
estremismo”.
Alla preghiera sono stati invitati i capi religiosi e alcuni diplomatici, ma - per motivi di sicurezza - non c'erano politici e uomini di Governo perché, ha spiegato il Patriarca, “sono sempre accompagnati da guardie e soldati”. Chi non ha potuto partecipare alla preghiera è comunque invitato a unirsi alla cerimonia, recitando questo testo redatto per l'occasione: “Signore, ne abbiamo avuto abbastanza di guerre, conflitti e distruzioni che ci hanno fatto orrore, ci hanno fatto apparire orribili ed hanno distrutto il nostro mondo. Uccidere non è altro che una deviazione dal Tuo piano divino perché l'uomo goda di una vita felice! Ti preghiamo Signore di illuminare i nostri leader politici, rinnovare i loro cuori in modo che possano superare le loro dispute ed i propri interessi, possano sostenere la bontà e l'amore ed essere strumenti di pace di cui abbiamo bisogno più di ogni altra cosa, specialmente in Iraq, in Siria e nella regione. Vogliamo vivere come fratelli e sorelle una vita felice e gioiosa dove non sia ingiustizia o guerra, morti o feriti, sfollati o migranti, senza casa o affamati. Madre Maria, sommergi i nostri cuori di pace e amore”.