(Foto Reuters: gli effetti devastanti della siccità in una regione del Sudafrica)
"Il cambiamento climatico è una realtà presente che sta colpendo i nostri fratelli e sorelle in tutto il mondo, in particolare quelli delle comunità povere e vulnerabili al clima che meno hanno contribuito a questo problema. Vediamo siccità e inondazioni sempre più gravi e frequenti, perdita di raccolti e distruzione di terreni. Non possiamo e non dobbiamo essere tranquilli di fronte a tale sofferenza e ingiustizia". A lanciare questo appello forte, urgente, accorato sono i leader cattolici dei Paesi del G20 (il forum dei Paesi industrializzati e delle principali economie del mondo), fra i quali sette vescovi italiani.
In occasione del Vertice del forum delle principali economie mondiali, che si svolgerà a Roma il 30 e 31 ottobre, e mentre iniziano i negoziati chiave in vista del Vertice sui cambiamenti climatici COP26 del mese prossimo a Glasgow, i leader del mondo cattolico hanno rilasciato una dichiarazione in cui chiedono ai leader politici di porrre fine per sempre all'uso dei combustibili fossili. Un passo fondamentale, necessario - come indica chiaramente la scienza - se vogliamo limitare il riscaldamento globale ad un aumento della temperatura inferiore a 1,5 gradi entro la fine del 2030.
Riprendendo l'appello di papa Francesco
nel messaggio rivolto ai ministri delle Finanze “Cambiamento Climatico e la nuova evidenza dalla scienza e per la politica” del 27 Maggio 2019, i leader cattolici chiedono ai Paesi del G20 di:
fermare qualsiasi nuovo sviluppo di carbone, petrolio e gas all'interno dei paesi;
porre immediatamente fine a tutti i finanziamenti dei combustibili fossili - compresi carbone, petrolio e gas - all'estero;
aumentare massicciamente gli investimenti in forme di energia pulita e sicura come l'energia eolica e solare, che hanno come priorità l'accesso all'energia per le comunità più povere;
mantenere le promesse di fornire finanziamenti per il clima per sostenere le comunità già colpite dagli impatti del cambiamento climatico.
L'abbandono dei combustibili fossili è una priorità urgente in un continente come quello africano, dove si assiste a un aumento della temperatura addirittura doppio rispetto a quello globale. «In tutta l'Africa stiamo già lottando per far fronte agli effetti del cambiamento climatico, insieme a questioni a lungo termine che già attanagliano il continente, come la povertà e a problemi aggravanti come la Covid-19», ha detto Albert Mashika di Caritas Africa.
Ivana Borsotto, presidente di Focsiv, la federazione che riunisce le organizzazioni non governative italiane di ispirazione cristiana, ricorda come «le nostre organizzazioni cristiane di volontariato internazionale sono impegnate giorno dopo giorno con le comunità del Sud nel difendere la terra e la dignità della vita, chiedendo che I principali responsabili delle emissioni di CO2 la smettano di estrarre, produrre e usare combustibili fossili. Consegnare i combustibili fossili alla storia è un’azione di giustizia climatica, e anche l’Italia nel G20 deve fare la sua parte».