Il mondo, soprattutto quello che si autodefinisce evoluto - nei Paesi poveri saper leggere è un lusso -, è diviso in due: da una parte quelli che amano i libri e vorrebbero viverne circondati, dall’altra quelli che ne fanno serenamente a meno.
Il difficile è mettere in comunicazione le due parti per far sì che la lettura diventi un piacere contagioso. L’Associazione italiana editori fa sapere che nel 2014 sono uscite dal mercato della lettura quasi 820 mila persone, con un saldo del -3,4%. La percentuale di chi legge libri in Italia è scesa dal 43% del 2013 al 41,1% del 2014. Quasi il 60% degli italiani non legge neppure un libro all'anno.
Anche per questo l’Aie, l'Associazione italiana biblioteche, il Ministero dei Beni culturali, Raitre e il Comune di Milano, città del libro 2015, si sono inventate un’iniziativa che si chiama #ioleggoperché, che, sul sito internet omonimo, recluta messaggeri disposti a diffondere la passione per la lettura tra i “non lettori”, cioè lettori potenziali che non sanno di esserlo, in vista del 23 aprile, giornata mondiale del libro, quando Milano diventerà una biblioteca a cielo aperto con innumerevoli occasioni di lettura collettiva e scambio.
Si parte oggi e si tratta di potenziare al massimo il passaparola, uno degli strumenti più efficaci per diffondere libri e lettura: poche cose ti portano un libro tra le mani, come sa farlo una persona amica che ti conosce e ti dice “leggilo ti piacerà”. È il metodo ideale, il più sicuro: lettori con gusti affini, che si conoscono, raramente sbagliano nello scambiarsi pagine. Chissà che davvero non funzioni anche con chi, in passato, con i libri ha fatto brutti incontri e non ne vuole più sapere.
A tutti è capitato, anche ai lettori più convinti, di detestare un libro letto per dovere. Ma funziona come con le persone: chi non dice dopo una relazione che finisce male “mai più”? Eppure dura solo fino all’innamoramento successivo. Con i libri è uguale, anzi molto più facile, perché come dice Pennac nel suo decalogo sui diritti del lettore: è sacrosanto diritto di tutti i lettori «Non finire il libro: perché sprecare tempo a leggere un libro che non piace, quando potremmo impiegare lo stesso tempo a leggerne uno migliore?». Tanto più che i libri lasciati non soffrono: aspettano semplicemente e pazientemente che un lettore più adatto a loro li raccolga.
E, a differenza delle persone, i libri non disperano mai che possa capitare: sanno che la scintilla prima o poi si accende. Ed è probabile che accada proprio quando sembra troppo tardi, tra le pagine fruste e ingiallite di un mercatino dell'usato, dove si affacciano in cerca del libro agognato, perduto e introvabile, i lettori davvero innamorati.