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giovedì 22 maggio 2025
 
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Legittima difesa, il grande inganno

07/03/2019  Il vero rischio della legge è che aumenti il tasso di violenza dei reati di rapina e dunque l'insicurezza: ecco perché.

La difesa sarà «sempre» legittima. Appunto la difesa, purché sia difesa non un’offesa mascherata, perché sia tale occorre che sia proporzionata all’offesa ricevuta. Così è e così sarà anche con la legge uscita dalla Camera e in attesa di rilettura in Senato, lo ripetono da mesi avvocati penalisti e magistrati, per una volta tutti d’accordo.

Quel "sempre" è scritto per accontentare (e fuorviare?) i cittadini, convincendoli che saranno più sicuri così, ma non potrà legare le mani ai magistrati. Illuderà forse, per poco, le persone comuni, che nel caso in cui dovessero sparare a qualcuno dentro casa nessuno più indagherà. Ebbene è una bugia dalle gambe cortissime: per come sono scritti la Costituzione e il Codice di procedura penale italiani nessuno qui potrà scrivere una legge che dica che in casa tua puoi fare ciò che ti pare, anche uccidere qualcuno senza che nessuno verifichi che cosa sia accaduto. Dunque, davanti a un morto ammazzato andrà come è sempre andata: si aprirà un’indagine si valuterà se c’è stata legittima difesa o qualcosa di diverso.

Si potrà anche scrivere che dentro casa la proporzionalità è sempre presunta, ma difficilmente passerà al vaglio di costituzionalità il presumere che ci sia proporzionalità senza sapere quali siano l’offesa e la difesa a prescindere dalle circostanze: posso sparare, com’è sempre accaduto, a qualcuno che mi entra in casa e minaccia me o le persone che sono con me anche quando questa minaccia è soltanto presunta dal mio spavento, dalle mie condizioni di minorata difesa, ma difficilmente potrò avere giustificazione se sparo a qualcuno che non rappresenti per me o per le persone un pericolo anche solo presunto, per il solo fatto che si trova dentro la mia proprietà. E, in ogni caso, solo dopo che qualcuno avrà indagato si saprà com’è andata.

Anche il grave turbamento psichico è un pasticcio, se non è un inganno è una complicazione, costringerà il magistrato che indaga a verificare che il turbamento sia stato davvero grave e non invece lieve, cosa non semplicissima da accertare. Resta da capire che cosa sia turbamento e potrebbe non essere conveniente per chi ha sparato veder scoprire che ha agito turbato non dal timore ma dalla rabbia e, magari, anziché difendersi s’è vendicato.

Il tutto per dire che con ogni probabilità questa legge cambierà poco nella sostanza dell’applicazione giuridica della legittima difesa, problema tra l’altro marginale perché l’eccesso colposo riguarda pochissimi casi – in un anno meno di quanti se ne contino sulle dita di una mano - destinati all’assoluzione il più delle volte. Il guaio è il messaggio fuorviante che la legge rischia di mandare: una delega ai cittadini a difendersi da soli, che suona come un’implicita ammissione di debolezza da parte dello Stato che il pagamento delle eventuali spese processuali non compensa. E il fatto che ci siano spese legali da pagare è, in fondo, un’altra ammissione tra le righe: la promessa che non vi sarà indagine, implicita in quel “sempre”, è farlocca. (Per fortuna, perché ci si potrebbe pure trovare nella parte scomoda di un malcapitato scambiato per un ladro dal turbamento psichico altrui).

E poi c’è un pericolo vero, il più serio: sta nel fatto che il malintenzionato, anziché desistere, metta in conto il pericolo di una reazione e arrivi più determinato e armato: e in questi casi di solito chi ha la meglio non è l’aggredito a sorpresa ma il rapinatore che sa quel che fa e di solito sa farlo meglio. Il rischio reale di questa legge è l’aumento del tasso di violenza nei reati di rapina.

Sicuri che valga la pena di correrlo a proposito di sicurezza?

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