Tutti sceriffi, almeno di notte? L’Italia diventa un po’ più americana, cinturone ai fianchi sopra il pigiama, ma, mi raccomando, con gli stivali, che con le pianelle si rischia di inciampare e sprecare la pallottola? Quando una legge è scritta male e pasticcia norme vigenti, che già tutelavano le vittime e non i delinquenti, solo per sinistro motivo di consenso e lascia intendere un via libera alla giustizia fai da te, almeno di notte, non si fa un servizio alla democrazia.
Se poi la legge in questione apre una discussione sul “principio di risposta proporzionale”, su cui si regge l’ordinamento giuridico italiano (vedi proporzionalità della pena), allora ci siamo incamminati su un crinale scivoloso, dove viene stravolto il difficile equilibrio tra il diritto a difendersi e una sorta di tana-libera-tutti che apre la strada alle sfide all’ok corral. Il punto è politico e non giuridico, perché fa leva sull’emotività e gli istinti superficiali e irrazionali. Le elezioni sono in vista e non conviene mettersi di traverso sulla voglia di menar le mani di un parte consistente di italiani. La norma per ora è passata alla Camera.
Speriamo che ci ripensino i senatori. Ma non ne siamo sicuri. Infatti c’è a chi non basta. Salvini vuole di più, perché spera che il cittadino abbatta a fucilate più immigrati possibili, vista la sua insoddisfazione per i risultati del “pattuglione” di polizia che alla Centrale di Milano non ha fatto abbastanza soprattutto in favore della sua telecamera. Al di là dello spiegamento mediatico infatti i risultati dei verbali sono quasi nulli. E Berlusconi si è accodato, facendo votare contro al provvedimento giudicato troppo blando. Le elezioni sono in vista e non conviene mettersi di traverso sulla voglia di menar le mani di un parte consistente di italiani.
Ma alla fine sono tutti contenti di avere una nuova legge pericolosissima. Anzi è la legge che ci voleva per i dem e per quella pletora di partiti da zero virgola, in cui si sono frantumati i moderati. Tra tutte le dichiarazione la più sbalorditiva è quella del Ministro della Famiglia, anzi del ministro per gli affari regionali con delega alla famiglia Enrico Costa, che pure è laureato in legge. Ha detto che è una legge “a tutela della famiglia”. Sì, avete capito bene con tanto di virgolette. Adesso ci aspettiamo un contributo, “un bonus” nelle politiche familiari, per l’acquisto di una pistola o di un fucile o, almeno, di un coltello di cucina adatto alle circostanze. Da usare, of course, solo di notte. Enrico Costa e il suo piccolo partito avranno il plauso anche del Ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda. L’industria delle armi, da fuoco o bianche, si sta già attrezzando per i nuovi ordini.