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giovedì 19 settembre 2024
 
 

«Lei vuole separarsi e io non capisco il perché»

31/05/2018  Il dolore di un marito davanti alla richiesta di separazione della moglie. Non ne capisce il motivo ma i coniugi Gillini lo invitano a capire il grido silenzioso della moglie e a rileggere il passato sintonizzandosi sulle sue ragioni.

Non ho capito perché, glielo chiedo piangendo, lei crede di rispondermi, ma io non capisco. A Pasqua, presenti i suoi genitori e i nostri gemelli di quattro anni, lei ha dichiarato che vuole la separazione. Ho già ricevuto la lettera del suo avvocato, ho trovato un mediatore famigliare che ci ha già ricevuto tre volte. Lei viene, ripete che da me si è sempre sentita giudicata, controllata, non capita. E non recede… cosa devo fare?

FABIANO

— Nella tua lunga lettera, caro Fabiano, tu arrivi a dire che, se ci fosse un altro, almeno lo capiresti! Ci rendiamo conto che stai soffrendo moltissimo, anzi, che sei trincerato nel tuo legittimo dolore, ma… ci permetti di fare un’ipotesi? Neanche ora la stai ascoltando! Sei solo attento alla tua delusione, a quella che tu chiami catastrofe: lo sfascio della tua famiglia in cui hai creduto tanto. Ma perché non provi ad ascoltarla, prima di giudicarla una pazza, un’egoista, una menefreghista, come scrivi nella tua lettera? Sei stato molto acuto nel trovare un mediatore familiare, continuate con lui e, intanto, ringraziala perché fa lo sforzo di essere presente agli appuntamenti, anche se ormai, sono parole sue, «vuoi chiudere la stalla quando i buoi sono scappati…» Prova a chiederle: «Dimmi quando ti sei sentita giudicata o controllata. Fammi degli esempi, spiegameli bene, perché io rischio di non capire…». E stai ad ascoltare, senza controbattere, senza giustificarti, senza “spiegarle” che hai ragione tu. Ad esempio, tu ci racconti che, alla nascita dei due gemelli, d’accordo con lei, tu hai cambiato stanza per poter dormire, visto il tuo lavoro molto impegnativo… E lei è rimasta sola nella vostra camera con i due gemelli! Vero, lei ti ha supportato, ha capito che il tuo lavoro era importantissimo, sostentamento della vostra famiglia… ma tu, neopadre, l’hai supportata? Quante volte ti sei alzato di notte per andare a vedere come se la passassero quei tre? E quando tornavi la sera (è vero, lei aveva l’aiuto dei suoi genitori) l’hai onorata, ringraziata, celebrata per la sua fatica? O… hai preteso, al tuo rientro, la cena pronta? Forse, caro Fabiano, quello di tua moglie è solo un grido di dolore e di solitudine. Vuoi provare a sintonizzarti con lei, al di là delle tue ragioni?

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