A 90 anni, compiuti con una grande festa lo scorso 12 gennaio, Liliana Cavani è ancora attiva come regista. Ha infatti appena finito il suo nuovo film L’ordine del tempo, e si trova negli Stati Uniti dove s l'Università di Princeton ha realizzato un evento su di lei. È qui che ha ricevuto la notizia del Leone d’oro alla carriera, che arriva 11 anni dopo il David di Donatello alla carriera.
Appassionata di cinema sin da bambina grazie all’incoraggiamento alla madre e si è diplomata al Centro sperimentale di cinematografia ed esordì alla regia con una serie di documentari per poi fare la sua prima produzione televisiva, su San Francesco nel 1966. Sempre sul Santo di Assisi girò un film con Mickey Rourke nel 1989 e un’altra serie tv nel 2014. «Con Venezia ho un grande legameۚ», ha dichiarato all’Ansa la regista. «Vinsi nel 1965 con il documentario Philippe Pètain. processo a Vichy. Non lo ritirai neppure, ero in vacanza molto lontano e stavo bene dove ero». A Venezia ha presentato in concorso nel 1968 Galileo, il primo film di finzione e in cui ha indagato sul conflitto tra scienza e religione, poi ancora nel '72 fuori concorso L'ospite, Il gioco di Ripley nel 2002 con John Malkovich tra i suoi più grandi successi e nel 2018 al Lido Il riconoscimento del premio Bresson, prima regista. Ancora un documentario, Le clarisse, nel 2012, fuori concorso a Venezia, girato in un monastero di clausura, vinse il premio Pasinetti.
Liliana Cavani ha anche un importante curriculum come regista lirica. Ha infatti curato con successo la regia di opere a Parigi, San Pietroburgo, Zurigo, Milano, Genova, Firenze, Bologna e Ravenna.
Il suo nuovo film L'ordine del tempo è basato sul libro del fisico Carlo Rovelli (Adelphi) e interpretato da Alessandro Gassmann, Claudia Gerini, Valentina Cervi e Richard Sammel che con ogni probabilità sarà presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia (30 agosto - 9 settembre). «Protagonista tra i più emblematici del nuovo cinema italiano degli anni Sessanta, con un lavoro che in seguito attraversa oltre sessant’anni di storia dello spettacolo, Liliana Cavani», ha dichiarato sempre all’Ansa il direttore della Mostra del cinema di Venezia Alberto Barbera «è un’artista polivalente capace di frequentare la televisione, il teatro e la musica lirica con il medesimo spirito non convenzionale, e la stessa inquietudine intellettuale che hanno reso celebri i suoi film. Il suo è sempre stato un pensiero anticonformista, libero da preconcetti ideologici e svincolato da condizionamenti di sorta, mosso dall'urgenza della ricerca continua di una verità celata nelle parti più nascoste e misteriose dell’animo umano, fino ai confini della spiritualità».