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I dubbi dei lettori
 

«L’espressione "mistero della fede" non mi piace»

02/11/2017  «Esprime qualcosa di oscuro, nascosto, pericoloso», sostiene un nostro abbonato. Risponde il teologo Sirboni

GIAMPIETRO R. Dopo la consacrazione si dice: «Mistero della fede», espressione che non mi piace perché esprime qualcosa di oscuro, nascosto, pericoloso. La sostituirei con «atto della fede» o altro.

Mistero è il termine più antico e originario per dire “sacramento”, cioè luogo dell’incontro con Dio e la sua salvezza. Incontro che trova il suo vertice in quell’Eucaristia dove, attraverso i segni conviviali del pane e del vino, Cristo si unisce sacramentalmente (cioè misteriosamente) a noi per renderci partecipi della sua “storia”, del suo sacrificio e della sua gloria. Nel linguaggio cultuale cristiano “mistero” non è sinonimo di segreto, ma fa riferimento all’insondabile disegno divino di salvezza che ci è stato rivelato nella vita di Gesù, soprattutto nella sua morte e risurrezione (cfr. Ef 1, 3-14). È con questo ampio significato che oggi viene pronunciato nel cuore della preghiera eucaristica e non semplicemente in riferimento alla presenza eucaristica. Ciò risulta chiaro dall’acclamazione dell’assemblea. D’altra parte «Mistero della fede» è presente nel rito romano insieme alle parole della consacrazione fin dal VII secolo.

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