Maria Gabriella Carnieri Moscatelli con il presidente Sergio Mattarella nel 2019 (foto Ansa).
(Nella foto sopra, le ultime undici vittime di femminicidio in Italia, nel manifesto realizzato da Telefono Rosa. L'associazione che si batte contro la violenza sulle donne ha voluto ricordare il loro sorriso, affinchè sia foriero di cambiamento, fino a cancellare uno dei più inaccettabili drammi del nostro tempo)
I volti delle donne vittime di femminicidio dovrebbero farci riflettere sulla tragedia, che si è abbattuta sulle famiglie: il pianto dei genitori, delle sorelle, dei fratelli, i figli rimasti soli, orfani della mamma e con un padre, se così si può definire, in carcere. Dall’inizio dell’anno sono undici le donne uccise per mano di un uomo, un numero allarmante che ci mette davanti a un fallimento sociale. Troppo spesso le donne subiscono aggressioni, violenze e nel peggiore dei casi vengono ammazzate brutalmente.
La nostra società sta attraversando un periodo buio, causa anche della pandemia che siamo costretti ad affrontare. I casi di violenza nei confronti della donne continuano ad aumentare e cresce un costante odio che distrugge la figura femminile, svilendola e relegandola ai margini. Ogni giorno, aprendo i giornali, troviamo i volti delle donne a cui è stata strappata la vita. Molti di noi preferiscono girare pagina, ignorando la tragedia che si sta abbattendo sulla nostra società. Il fenomeno della violenza è ormai una piaga profonda, ma non si fa nulla per curarla. Nessun progetto, nessun programma o piano concreto che affronti seriamente il problema.
Ormai da anni le volontarie del Telefono Rosa si battono affinché si affronti questo tragedia, da diversi punti di vista. In continuazione abbiamo sollecitato la politica e le istituzioni, portando all’attenzione una situazione degenerata e fuori controllo. Non abbiamo ricevuto altro che silenzio. Il silenzio è lo stesso che ricevono le donne, lasciate sole e senza protezione. Questo è vergognoso e privo di senso. In questo periodo inoltre non c’è stata nessuna attenzione sull’aumento della violenza tra i giovani, sulla mancanza di rispetto verso tutto e tutti e sull’efferatezza dei crimini.
Il volto di queste donne ci mette davanti a una realtà priva di umanità e rispetto, dove la figura femminile è ancora considerata come un oggetto da possedere. Abbiamo lottato così tanto per superare tali stereotipi e concezioni culturali, che oggi ci sentiamo ancora più deluse. Loro sono il nostro fallimento. Guardarle, ascoltare la loro storia, ci dovrebbe far sentire tutti colpevoli per non essere stati attenti. L’indifferenza ci sta rendendo egoisti e capaci di vedere solo il nostro piccolo orticello, senza mai alzare lo sguardo a quello che succede intorno a noi.
Avremmo potuto salvarle? Questa è la domanda ricorrente che ci poniamo e non capiamo come le nostre autorità possono restare tanto insensibili di fronte a un fenomeno così preoccupante. Non è possibile far finta di nulla, quello che serve è lavorare con impegno per creare un piano che affronti il male alla radice. Vogliamo essere ascoltate, vogliamo ridare voce a tutte coloro che non ne hanno più. Il loro grido di aiuto è caduto nel vuoto, inglobato in un silenzio profondo. Il volto di Victoria, Roberta, Tiziana, Teodora, Sonia, Piera, Luljeta, Lidia, Clara, Deborah, Rossella e di tutte le donne vittime di femminicidio è per noi fonte di dolore. Nel loro viso vediamo la colpa di una società ormai senza rispetto e incapace di difendere la libertà e la vita. Chiediamo attenzione e giustizia. Nel ricordo di ognuna e per tutte le donne.
Maria Gabriella Carnieri Moscatelli
Presidente del Telefono rosa