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sabato 24 maggio 2025
 
 

Lettere che “spezzano” le sbarre

29/12/2013  Le associazioni che si battono contro la pena di morte invitano a mandare lettere e cartoline di auguri a Anthony Farina, da 20 anni nel braccio della morte. Per lui, come per tanti condannati capitali, scrivere e ricevere posta è come rompere le sbarre per far passare le parole e l’affetto che vengono da fuori.

Mandare una cartolina a Anthony Farina con gli auguri di buon anno nel braccio della morte della Florida. È questo che chiedono la Comunità di Sant’Egidio, Nessuno tocchi Caino e altre organizzazioni che stanno lottando per salvargli la vita.

Anthony, nato in una famiglia povera e vittima di ripetuti abusi sessuali durante l’infanzia, è un cittadino italo-americano da 20 detenuto nel braccio della morte nonostante non abbia ucciso nessuno. Fu arrestato durante una rapina in un fast food a Daytona Beach, in Florida, quando suo fratello, allora sedicenne, sparò e uccise una dipendente. Come riportano gli stessi documenti e testimonianze processuali, Anthony non era neanche armato, eppure, vista l’impossibilità di condannare a morte il fratello per la giovane età, il pubblico ministero chiese, e ottenne, una sentenza di morte per Anthony.

Da allora, “vive” sospeso, in attesa che gli venga comunicata la data dell’esecuzione. Una buona notizia è quella del rigetto da parte della Corte federale del ricorso presentato dal procuratore della Florida contro la decisione di revisione della condanna a morte.

Lo scorso 30 settembre, infatti, la Corte aveva decretato l’incostituzionalità del modo in cui era stata chiesta la condanna a morte, poiché la pubblica accusa, rivolgendosi ai giurati popolari per invocare il massimo della pena, manipolò le parole della Bibbia, definendosi «agente di Dio» e «strumento di punizione divina», condizionando illegittimamente la giuria e violando quindi l’VIII Emendamento della Costituzione.

Tuttavia, queste buone notizie non assicurano che Anthony avrà salva la vita, perché la Corte Suprema degli Stati Uniti potrebbe ancora ribaltare la decisione. Per questo, le associazioni che lottano contro “l’omicidio di Stato” si stanno mobilitando per far conoscere il suo caso. Anche dall’Italia, che gli ha concesso la cittadinanza nel novembre 2012, arrivano delle voci in suo sostegno: il parroco e il sindaco di Santo Stefano di Camastra, il paese della provincia di Messina da cui sono originari i genitori di Anthony, hanno annunciato la volontà di accogliere i due fratelli con prospettive di reinserimento sociale e lavorativo.

Commenta il sindaco: «Si tratta di un ragazzo che potrebbe morire per l’errore più grande della sua vita, commesso a soli 18 anni. Ha preso parte a un fatto di sangue, ma che lui non abbia commesso l’omicidio è una verità sacrosanta».

Per Anthony, la vita nel braccio della morte non è semplice. Per questo, in occasione del nuovo anno, Sant’Egidio e le altre associazioni propongono di mandargli una cartolina di auguri. Nei bracci della morte, infatti, scrivere e ricevere posta è come spezzare le sbarre per far passare le parole e l’affetto che vengono da fuori, anche da molto lontano.

"Non posso più fare niente per la mia vita. Anche se non potete aiutarmi a uscire di qui, potete scrivermi, essermi amici"

L’amicizia di penna della Comunità di Sant’Egidio con centinaia di condannati a morte in tanti Paesi del mondo (Usa, Trinidad e Tobago, Camerun, Zambia) è una storia di vari anni, nata da una lettera di Dominique Green, un afroamericano giustiziato in Texas nel 2004 per un omicidio di cui si era sempre proclamato innocente.

Cresciuto in una famiglia povera, durante il processo gli fu assegnato un avvocato d’ufficio inesperto e poco competente: fu condannato alla pena capitale senza che fosse presentata alcuna prova certa della sua responsabilità. Sant’Egidio iniziò a corrispondere con lui dopo la pubblicazione di una lettera in cui scriveva: «Ho bisogno di qualcuno che voglia aiutarmi. Ho pensato che voi siete in grado di aiutarmi a trovare qualcuno che abbia tempo di scrivermi o di aiutarmi, perché io negli ultimi tempi non sapevo proprio come chiedere aiuto o amicizia... La solitudine di questo luogo comincia ad avere effetto su di me, anche perché ho realizzato che posso finire per morire qui per qualcosa che non ho commesso. Sono chiuso in un braccio della morte da 5 lunghissimi anni, sono entrato qui dentro che ero un ragazzo, ora sono uomo e capisco molte cose, ma non posso più fare niente per la mia vita. Anche se non potete aiutarmi a uscire di qui, potete scrivermi, essermi amici».

Negli anni, tante corrispondenze hanno mostrato che avere qualcuno a cui scrivere scandisce il tempo, apre uno spazio di affetto, aiuta a non perdere la fiducia. Vladimir dalla Siberia scrive: «I giorni passano tutti uguali e niente li distingue l’uno dall’altro, si differenziano solo per il nome del giorno e del mese e passano come se fosse un unico, banale e infinito giorno». E Aleksej aggiunge: «La sua lettera mi ha colto di sorpresa. Si era rafforzata in me l’opinione che con uno come me nessuno potesse voler corrispondere, per parlare di cose pulite, sincere, amichevoli».

Quando ci si sente considerati spazzatura, infatti, si stenta a credere che ci sia veramente qualcuno disposto a fare amicizia: «La ringrazio enormemente per la sua lettera e per il suo buon cuore. C’è infatti l’abitudine a vederci solo come delinquenti e nessuno sa o vuole gettare uno sguardo anche sulla nostra anima» (Sasha, Siberia).

Negli ultimi momenti di vita, poi, il contatto epistolare è una consolazione e una forza per quelli che si avvicinano al momento dell’esecuzione, è la certezza di non essere dimenticati. Joe Mario Trevino, giustiziato in Texas nel 1999, scriveva al suo amico di penna: «Mio carissimo amico, quando riceverai questa lettera non sarò più tra i viventi, ma mi va bene lo stesso, perché andrò in un posto migliore, dove dolore e sofferenza non esistono più, per cui, per favore non essere triste. Sono stato estremamente fortunato a essere benedetto da tanta amicizia».

Per mandare una cartolina di auguri a Anthony Farina l’indirizzo è:

Anthony J. Farina, Jr. #684135
UCI P6224, 7819 N. W. 228th Street
Raiford, FL 32026, USA.

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