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venerdì 11 ottobre 2024
 
Padre Paolo Dall'Oglio
 

Liberatelo!

28/07/2014  Da un anno il gesuita italiano è prigioniero in Siria. Famiglia Cristiana rilancia l'appello della famiglia. Nostra intervista a Cecilia Dall'Oglio che racconta come vivono i genitori e i fratelli: la trepidazione, la speranza, la fede. Il video dei familiari.

Padre Paolo Dall'Oglio in un'immagine di repertorio. La fotografia è stata scattata all'interno in un convento libanese.  Foto di Bryan Denton/New York Times/Contrasto.
Padre Paolo Dall'Oglio in un'immagine di repertorio. La fotografia è stata scattata all'interno in un convento libanese. Foto di Bryan Denton/New York Times/Contrasto.

Il 27 aprile 2013 le assenze erano ridotte al minimo. Un successo per una famiglia numerosa come la loro: due genitori, otto figli,  generi, nuore, 22 nipoti e 13 pronipoti. L’appuntamento era a Roma per festeggiare i 90 anni di papà Cesare e i 63 anni di matrimonio tra lui e Donatella. Si sono ritrovati in tanti. Soprattutto c’era padre Paolo, sorridente come sempre. Aveva celebrato lui Messa, ovviamente. Poi aveva fatto ritorno in Siria, il suo amore, la sua vita,dove – tempo tre mesi – le sue tracce si sono perse nell'insanguinato dedalo della guerra civile. Rapito, si dice, da un gruppo di fondamentalisti islamici.

IL DUBBIO SE TACERE O PARLARE. In realtà, del gesuita padre Paolo Dall’Oglio, 59 anni, oggi si sa poco o nulla. «Davanti alla tragedia di una terra che ogni giorno registra sofferenza e lutti, davanti al dramma di chi scappa dagli orrori del conflitto ci siamo chiesti se non era meglio tacere, per rispetto del calvario altrui, o se parlare, una volta almeno, per condividere quello che proviamo», confida Cecilia Dall’Oglio, 46 anni, la sorella più giovane. «Ci siamo risposti che sì, era giusto condividere il dono ricevuto, quello della fede, esattamente come hanno fatto all’imbrunire di Pasqua i discepoli di Emmaus, una pagina della Scrittura non a caso scelta un anno fa da Paolo e i miei per il nostro speciale incontro di famiglia».

Disorientamento e dolore graffiano l’animo. Sarebbe disumano il contrario. Un fratello, Pietro Dall’Oglio, ha cercato risposte componendo un rap, Abuna Paolo, Padre Paolo, e postandolo, come si dice nel gergo digitale, in Internet su You Tube. «Poesia, cultura e impegno a volte son le chiavi giuste», canta: «Forse hai paura lì da solo, chissà che cosa pensi, i tuoi silenzi sono per noi misteri,i tuoi ricordi vanno e vengono profondi tra i pensieri».«Io posso parlare di nostro padre e nostra madre», riprende Cecilia. «Papà tiene una fotografia di Paolo sul comodino e spesso anche sulle gambe. Sopra,appoggia una corona del rosario. Una volta, era un venerdì di Quaresima, gli ho passato soltanto la foto. “No, no,dammi anche il rosario per favore”, mi ha detto, “è parte integrante, non vanno mai disgiunti”».

OGNI GIORNO ALLA MESSA. La preghiera, dunque. E il mistero eucaristico. «Finché hanno potuto, papà e mamma hanno partecipato ogni giorno alla Messa. Ora la seguono in Tv. Mamma ha ritrovato un pensiero scritto da papà. Riprende l’omelia pronunciata da Benedetto XVI durante le celebrazioni del Corpus Domini il 26 maggio 2005: “In questa festa, la Chiesa rivive il mistero del Giovedì santo alla luce della risurrezione.Gesù esce e si consegna nelle mani del traditore, dello sterminatore e,proprio così, vince la notte, vince le tenebre del male. Solo così, il dono dell’Eucaristia, istituita nel Cenacolo, trova il suo compimento”. In quelle parole, che papà ha definito un programma di vita, c'è la pienezza del sacerdozio in generale e – sento – di quello di Paolo, in particolare».

QUELLA RIGA IN ARABO. «Mamma è, come dire, più spontanea nella sua solidità»,prosegue Cecilia Dall’Oglio. «Un giorno ha sentito un versetto del salmo 68: “Lo zelo per la tua casa mi divora”. Di getto ha cercato e trovato il ricordino per l’ordinazione sacerdotale di Paolo, avvenuta 30 anni fa, a Damasco: c’era proprio quella riga, scritta in arabo».

Da sinistra: la mamma Donatella, padre Paolo Dall'Oglio e il papà Cesare in una foto di un anno fa, tratta dall'album di famiglia.
Da sinistra: la mamma Donatella, padre Paolo Dall'Oglio e il papà Cesare in una foto di un anno fa, tratta dall'album di famiglia.

L'APPELLO DELLA FAMIGLIA. Dopo Pasqua, i familiari hanno diffuso un appello. «Chiediamo a chi lo detiene di dare a Paolo la possibilità di tornare alla sua libertà e ai suoi cari, e a tutte le istituzioni chiediamo di continuare ad adoperarsi in tal senso». Il 26 aprile, sabato in Albis, chi ha potuto s’è incontrato per festeggiare i 64 anni di matrimonio. Domenica 11 maggio, infine,una nipote, Alice, 20 anni, ha ricevuto il Battesimo.

«Una grande gioia», conclude Cecilia, «in particolare in questo momento che mi fa pensare alle parole dell’inno che papà continua a proclamarci: “Irradia sulla tua Chiesa la gioia pasquale, o Signore, unisci alla tua vittoria i rinati nel Battesimo”. E siamo sicuri che questo è un sentimento condiviso da padre Paolo che proprio un anno fa annotava: “Ho celebrato la Messa in molte famiglie: mistero di redenzione e risurrezione. Con quanta intensità ti domando, o Dio, e domando al tuo Spirito di sperimentare questo mistero ad ogni respiro e movimento”».

Multimedia
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