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lunedì 09 settembre 2024
 
 

Libri per l'estate/4 Simona Lo Iacono

20/08/2013  Sorprende e commuove "Effatà" di Simona Lo Iacono, un magistrato con la passione per la scrittura. Protagonista del romanzo è Nino, un bambino sordomuto che incontra uno strano maestro di buca nel teatro dove la mamma sta provando uno spettacolo...

È una bella sorpresa Effatà (Cavallo di ferro) di Simona Lo Iacono, un magistrato che coltiva la passione per la scrittura accanto alla sua attività professionale. L’autrice, siciliana, ci porta nella sua terra nell’immediato Dopoguerra. Nel Teatro di Siracusa sta provando una famosa attrice, di origini siciliane, tornata a casa dopo essersi a lungo trasferita a Londra, dove aveva sposato il signor Smith, dal quale ha avuto il piccolo Nino. Scomparso l’uomo a causa della guerra – almeno stando a quello che la madre dice al figlio – i due tornano appunto a Siracusa.

Sordomuto dalla nascita, ma capace di leggere dalle labbra di chi parla, Nino trascorre le giornate giocando nella pensione di donna Sarina, ma soprattutto gironzolando nel teatro in cui la mamma sta preparando il nuovo spettacolo. In una delle sue scorribande, s’infila nella buca del suggeritore, divenendone amico. Il maestro di buca si prenderà a cuore il bambino e la sua sorte – lo chiama “gioia mia” – e comincerà a tastarlo con degli strani attrezzi...

In parallelo, l’autrice ricostruisce, basandosi su documenti storici, ma elaborati letterariamente, gli atti del processo di Norimberga ad alcuni medici nazisti, che attuarono un programma di soppressione dei bambini con handicap. I due filoni narrativi, in apparenza estranei l’uno all’altro, finiranno per intrecciarsi in maniera sorprendente.

Un protagonista ingenuo e toccante

Riuscito e commovente protagonista di Effatà è il piccolo Nino, ingenuo e sveglio, al quale il lettore si affeziona fin dalle prime pagine, poiché capace di suscitare partecipazione, amarezza e sorrisi. Attorno a lui l’autrice dipinge un mondo che via via prende forma, dilatandosi in virtù delle inserzioni dedicate alla storia. Colpisce l’attenta ricerca stilistica, che spesso regala frasi di forte effetto, mai scontate.

Godibile e appassionante, il romanzo può essere letto come un toccante omaggio all’infanzia, così spesso tradita e negata nella storia come nel presente, costretta ad arrangiarsi di fronte ad adulti distratti, immaturi, egoisti se non cattivi (e infatti un altro personaggio centrale è Marudda, anch’essa una bambina che ha dovuto, ancora giovanissima, farsi madre dei suoi fratelli). È anche un romanzo di e sulla redenzione, sulla colpa e sul riscatto, che dà linfa all’idea che l’amore e la dedizione possano cambiare il destino degli uomini e riscrivere, con un finale diverso, anche ciò che è stato. La storia di Nino vale infine come riflessione sul valore della parola, che non dovrebbe edificare menzogne, ma illuminare la vita.

Ecco come l'autrice presenta il suo romanzo in un'intervista a Siracusa News.
 

 
 
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