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domenica 06 ottobre 2024
 
 

Salone libro, l'e-book non decolla

11/05/2012  Al Lingotto abbiamo intervistato Mauro Zerbini, amministratore delegato di Ibs.it: «Il libro elettronico cresce, ma i numeri sono ancora piccoli. E anche l'entusiasmo degli italiani».

Tra gli eventi più interessanti del 25° Salone del libro di Torino, che è iniziato giovedì 10 e si concluderà il 14 maggio, c'è senza dubbio l'apertura delle "librerie fisiche" con insegna "Ibs.it", che sta per Internet Bookshop Italia, "negozio" leader sul web nel settore dell’editoria, della musica e degli audiovisivi, più forte nel nostro Paese del potente Amazon.com. Per dare qualche numero: IBS ha raggiunto il traguardo di 1,8 milioni di clienti. Con oltre 35 milioni di pagine viste e 2,7 milioni di visitatori unici al mese (fonte Audiweb), è il più popolare sito italiano per la vendita via Internet di libri, home video e CD musicali. Un'azienda che ha chiuso il 2011 con ricavi in netta crescita, raggiungendo i 70 milioni di euro di fatturato.

Dopo 14 anni di leadership online (era la mezzanotte del 3 giugno 1998 quando il sito www.ibs.it andava in Rete per la prima volta, e dopo circa mezz’ora un cliente di Fremont, in California, acquistava via web "La concessione del telefono" di Andrea Camilleri, edito da Sellerio), IBS.it rafforza la sua offerta con le "librerie fisiche", già conosciute con il marchio Melbookstore, che ora saranno convertite nell'insegna "IBS.it Bookshop". La prima apertura è in programma il 17 maggio prossimo nella centrale via Cavour di Lecco. Gli altri punti vendita Melbookstore che saranno trasformati in "Ibs" sono otto, tutti nei centri storici di grandi città: Roma, Firenze, Bologna, Padova, Bergamo, Ferrara, Mantova, Novara.

Ne abbiamo parlato a margine del Salone del libro con Mauro Zerbini, amministratore delegato e direttore generale di IBS.it, relatore in uno dei convegni di apertura al Lingotto dal titolo "Vivere in Rete: le mutazioni indotte dalle tecnologie digitali", con il quale abbiamo anche discusso del futuro dell'editoria su Internet e della vendita online, e dei libri completamente elettronici, i cosiddetti "e-book". «Con l’apertura delle librerie fisiche a insegna IBS.it», spiega Mauro Zerbini, «segniamo un ulteriore passo avanti verso il nostro obiettivo: ampliare il bacino di clienti che oggi si avvicina a quota 2 milioni. L’esperienza e la notorietà del marchio IBS.it nell’online e quella di Altair nella gestione del punto vendita fisico daranno vita a un più alto punto di riferimento per chi acquista libri, musica e film».

Che cosa cambia per i vostri abituali clienti, quelli che ordinano e acquistano libri via Internet attraverso il sito Ibs.it?
   «Grazie a questa nuova rete di librerie avranno la possibilità di un'esperienza di acquisto diversa: possono scorrere il catalogo online e poi decidere di venire ad acquistare e ritirare loro stessi, e non attendere che l'ordine arrivi via posta. Quindi, avere l'innegabile piacere di uscire dal negozio vero, e non solo virtuale, con in mano i loro libri. Perché chi normalmente acquista online per convenienza non deve più essere nelle condizioni di dover uscire a mani vuote da una libreria, tanto poi comprerà online dove il prezzo è più basso. Vogliamo che almeno i nostri cilenti possano scegliere e portare a casa i loro libri immediatamente».

Nelle nuove librerie "fisiche" i prezzi saranno diversi?

   «Il nostro obiettivo è che i nostri clienti possano indifferentemente acquistare online e offline, ricevendo gli stessi livelli di servizio, partecipando agli stessi programmi di fidelizzazione. E anche per i prezzi abbiamo pensato di offrire a coloro che durante l'anno acquistano sul nostro sito un certo numero di libri, la possibilità di trovare in libreria gli stessi prezzi che proponiamo online, normalmente più bassi. Per chi invece acquista saltuariamente in negozio i prezzi saranno necessariamente un po' più alti del web, a causa dei costi di struttura e di gestione che hanno le librerie reali».

Acquistati online o in libreria, sinora abbiamo parlato di volumi "veri", di carta. Quest'anno il tema del Salone è "La primavera digitale". Come vede il futuro del libri elettronici?
    «L'e-book è un altro modo di leggere. È destinato sicuramente a uno spazio sempre maggiore, anche se genera comportamenti d'acquisto diversi: non c'è più il possesso del libro, ma c'è l'uso di un "file", non si può neanche dire il possesso di un "file", perché è difficile che qualcuno lasci un e-book ai figli, che a loro volta lo lasciano ai nipoti, e così via. È difficilmente immaginabile. Quindi bisognerà capire, ma è ancora un po' presto, quali saranno i prodotti editoriali che avranno maggiore successo nella versione digitale».

I lettori italiani come stanno rispondendo alla sfida dell'e-book?
    «Sul nostro mercato si notano alcune tendenze proprie anche ad altri Paesi, come Francia e Germania. Tutto sommato, vedo un non così rapido passaggio al libro elettronico tra i lettori europei. Li vediamo un po' più freddini rispetto, per esempio, agli americani, tra i quali domina largamente lo "store" di Amazon. com, a differenza dell'Italia dove Ibs.it è nettamente in testa. E anche in Francia e in Germania dove Amazon è comunque leader, il libro elettronico non decolla, rappresenta ancora cifre piccole per gli editori.

Insomma, dove non c'è un'azione di pressione forte come quella di Amazon, che controlla per intero il mercato statunitense, l'e-book è ancora lontano dall'affermarsi...
   «Sì, in una situazione di competizione tra editori un po' più "sana", il libro elettronico non sembra suscitare questi entusiasmi. Però è indubbio che abbia un futuro interessante, perché i numeri sono in crescita: sino a un anno e mezzo fa gli e-book erano circa lo 0,1 per cento delle vendite, oggi sono l'1 per cento. Dunque il mercato è quasi decuplicato. Prima c'erano pochi editori, pochi titoli. Oggi il catalogo di libri elettronici è passato da 5.000 a circa 30.000 titoli, e già questo basta per farlo crescere di sei volte».

E poi c'è indubbiamente un effettivo aumento delle persone che si appassionano...
   «Certamente sì, fenomeno anche facilitato dal fatto che gli strumenti per leggere "elettronico" sono scesi di prezzo in maniera assai sensibile: in un anno e mezzo siamo passati da prodotti che costavano tra i 200 e i 250 euro, a 120-170 euro, parlando di quelli specializzati, gli "e-book reader". Poi ci sono i tablet come l'iPad, che hanno all'interno un reader per leggere libri e giornali e sono ovviamente più costosi, ma fanno mille altre cose. Tra l'altro da poche ore, dall'inizio del Salone del Libro, sono scaricabili le applicazioni nostre di lettura, "Leggo Ibs", sia dall'Adroid Store sia dall'iTunes Store».

Qual è oggi la percentuale di e-book scaricati dal sito Internet Ibs.it rispetto al vostro fatturato complessivo?
   «Ragionando in termini di "pezzi", circa l'8 per cento: 8 e-book ogni 100 libri venduti. Quindi già hanno il loro peso, con un prezzo medio che è però normalmente il 50% in meno dei prodotti "normali". Se poi togliamo l'Iva, in termini di fatturato sono circa il 4 per cento. Dunque, una domanda "elettronica" di lettura già esiste, anche se per ora direi che non è ancora così travolgente come spesso si tende a dire».

 
 
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