Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
mercoledì 25 giugno 2025
 
Personaggi
 

Lina Sastri canta Napoli

28/04/2014  L'affascinante artista porta al Manzoni di Milano "Linapolina", lo spettacolo dedicato alla tradizione partenopea in cui mescola canzone, poesia e danza. Un'ampia intervista su Famiglia Cristiana.

 Sembra uno scioglilingua Linapolina, il titolo dello spettacolo che Lina Sastri ha scritto e diretto e nel quale interpreta le canzoni più note della tradizione napoletana. Un titolo che fonde il nome dell'attrice con quello della sua città, unendone pure i talenti. Infatti lo spettacolo ha avuto un grande successo in questa stagione teatrale, che Lina Sastri ha scelto di chiudere a Milano, il 29 aprile al Teatro Manzoni, prima di riproporre Linapolina anche nella prossima.

Arrivata alla musica quando era già un'affermata attrice di teatro e di cinema, la poliedrica Sastri si è appassionata anche a questa forma espressiva, non solo incidendo dischi, ma proponendo recital nei quali unisce canzone, teatro e danza e dei quali firma sempre la regia. Con Linapolina per la prima volta è autrice di ogni singola parola recitata, poesie che ha scritto d'istinto e formano il filo rosso narrativo che unisce le canzoni e determina il sottotitolo "Le stanze del cuore".

"Ho immaginato un palcoscenico nudo, con otto straordinari musicisti e un danzatore in scena con me", ci spiega l'artista napoletana, in un'ampia intervista che Famiglia Cristiana pubblica nel numero in edicola da mercoledì 30 aprile. "Io mi muovo tra tavoli e sedie disseminati sul palco, come fosse un entrare e un uscire da qualche porta del cuore, tra canzoni e poesie nelle quali si parla ora d'amore ora d'odio, o di nostalgia o paura o speranza. Il primo tempo è la melodia e il secondo, invece, l'istinto. Nel primo ci sono soprattutto cuore e testa, nel secondo tutto passa attraverso il corpo".

Le canzoni sono tra le più note della tradizione napoletana, da I' te vurria vasa' a 'O sole mio, da Era de maggio a Reginella. Una "cantata poetica in musica", l'ha definito la Sastri regista. Per lei la canzone napoletana "è uno dei cinque punti cardinali della musica del mondo, insieme con il fado, il tango, il samba e il flamenco. Musiche che un po' si somigliano e che si trasmettono in tutto il mondo, perché sono riconducibili a qualcosa di eterno: è ciò che parla ai cuori con le ragioni della bellezza, che è universale".

WhatsApp logo
Segui il nostro canale WhatsApp
Notizie di valore, nessuno spam.
ISCRIVITI
Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo