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L’ingegneria dei tessuti aiuta la pelle

29/04/2011  Studia supporti “biocompatibili” e riassorbibili in grado di sostituire anche ossa e cartilagini

Si chiama ingegneria dei tessuti e rappresenta un settore di ricerca che riunisce le competenze della scienza e tecnologia dei materiali, dell’ingegneria e delle scienze della vita. Lo scopo è fare in modo che tessuti come l’epidermide, il derma, le ossa o le cartilagini siano “sostituiti” biologicamente da supporti biocompatibili e bioriassorbibili. Una nuova frontiera nella loro realizzazione è rappresentata dai cosiddetti biovetri, materiali bioceramici caratterizzati dalla “dote” di unirsi a tessuti duri e molli alimentando la crescita, il differenziamento cellulare e l’angiogenesi (lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni a partire da altri già esistenti).
I risultati finora ottenuti, seppur in via sperimentale, sono incoraggianti stando alle dichiarazione della dottoressa Julietta Rau dell’Ism-Cnr di Roma: «L’obiettivo consiste nella sintesi di sistemi ceramici silico-calciofosfatici multi-dopati, biovetri di composizione innovativa che incorporano ioni “essenziali” accuratamente selezionati in qualità e quantità propri del turn-over fisiologico, allo scopo di simulare localmente microambienti fisiologici».
E ancora: «La difficoltà consiste nel selezionare quantità e combinazioni dei vari ioni, al fine di captarne l’azione sinergica idonea a ciascuna specifica applicazione. Tali materiali saranno utilizzati per la realizzazione di rivestimenti per leghe metalliche, polimeri e ceramici inerti, di ‘cementi iniettabili’ di ultima generazione  e di macro-micro-nano capsule in grado di ospitare e veicolare diversi tipi di cellule, fattori di crescita, farmaci e principi attivi».

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