«Caro nonno Lino»: inizia così la lettera inviata un anno fa da papa Francesco a Lino Banfi. Era la prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, istituita dal Papa la quarta domenica di luglio, nel giorno dei santi Gioacchino e Anna, i nonni di Gesù. «L’essere nonno di una Nazione intera», scriveva il Papa a Banfi, «è davvero impegnativo, ma allo stesso tempo entusiasmante. I nonni sono custodi della memoria e delle radici, e portatori di patrimonio di fede e di vita».
TESTIMONE DELLA GIOIA
Ma cosa si prova a ricevere una lettera dal Papa che ti consacra nonno d’Italia e ti ringrazia per la missione di testimone della gioia? Banfi, l’amato nonno Libero di Un medico in famiglia, l’attore che tutti conosciamo, ricambia emozionato il complimento nella lingua di Bergoglio: «Sua Santità, lei è l’abuelo del mundo (il nonno del mondo, ndr)».
Ma che nonno è Lino Banfi? «Ho imparato a fare il nonno prima per finta, mentre facevo Un medico in famiglia, quando giocavo con Maria, Ciccio e Annuccia (i figli di Lele Martini, il medico interpretato da Giulio Scarpati, ndr) per tenermeli buoni e girare bene le scene. Poi ho imparato a fare il nonno a casa con i miei nipoti Pietro e Virginia, figli di Rosanna (ritratti con lui nella foto di copertina, ndr). Lei faceva apposta la gelosa quando mi vedeva fare il cavalluccio o trasportarli in spalla: “Ma come, con me e Walter (l’altro figlio di Banfi, ndr) non hai mai fatto nessun cavallo ed eri pure più magro e adesso che sei più grasso lo fai per i miei figli!”. Vabbè le ho detto, l’importante è farlo per qualcuno: l’ho fatto per i tuoi figli ed è la stessa cosa come se l’avessi fatto con te».
Poi dice, ridacchiando: «Io sono un po’ assurdo, forse è per questo che mi piaccio di nuovo. Sto vivendo una Banfi regeneration nella vecchiaia, ogni tanto mi rigenero e faccio cose nuove, trasmissioni che non avrei mai pensato di fare. Si deve sempre guardare avanti».
NOZZE DA RECORD
È la rivoluzione della tenerezza a cui il Papa invita gli anziani affinché siano protagonisti, nel messaggio per la Giornata a loro dedicata: «La vecchiaia non è un tempo inutile in cui farci da parte tirando i remi in barca, ma una stagione in cui portare ancora frutti: c’è una missione nuova che ci attende e ci invita a rivolgere lo sguardo al futuro». Continua Banfi: «Parliamo sempre come esistessero solo il nipote e il nonno, come di alfa e omega, ma non nominiamo mai gli altri, che sono le generazioni importantissime che stanno in mezzo, che sono il genero, la nuora, il figlio, la figlia». Quindi esprime un desiderio: «Se è vero che da vecchi ridiventiamo bambini, io vorrei che tutti noi anziani chiedessimo ai bambini che ci insegnino come si fa, perché noi ce lo siamo dimenticati, sono passati tanti anni!».
UN PAPA PER AMICO
E tanti anni sono anche quelli della sua felicissima unione con Lucia Lagrasta. Il 1° marzo la coppia ha festeggiato i 60 anni di matrimonio e Banfi aveva un desiderio: quando ha incontrato Francesco lo scorso dicembre gli ha detto che gli sarebbe piaciuto rivederlo proprio in quell’occasione. Detto, fatto. Pochi giorni prima viene chiamato dal Vaticano. «Il Papa mi ha ricevuto al tavolo dei capi di Stato e per scherzare gli ho detto: “Abbiamo esagerato questa volta, Santità: io sognavo di diventare suo amico ma addirittura che lei mi riceva al tavolo dove riceve i grandi del mondo… questo è troppo”. E lui: “Ma noi siamo già amici Banfi!”», racconta divertito. «E poi: “Santità le devo chiedere due cose un po’ anomale, una per conto mio e una per conto di mia moglie che non sta molto bene (Lucia è affetta da Alzheimer, in fase iniziale, ndr). Quella da parte di mia moglie gliela dico subito perché è talmente imbarazzante che non so come chiedergliela. Mia moglie mi ha detto di dirle, dato che è più vicino di noi due a Gesù, se ci può fare una cortesia: farci morire insieme, perché non possiamo morire uno prima e uno dopo”». Riprende: «L’ho guardato fisso negli occhi e ho visto che aveva gli occhi quasi lucidi: mi ha risposto: “Magari, Banfi, avessi questo potere! Non ce l’ho, però posso pregare per voi due e vi prego di pregare anche voi per me”. Poi, timidamente, gli ho detto: “C’è un altro desiderio che la farà sorridere. Vorrei che si inventasse una nuova onorificenza, Santità. Vorrei diventare giullare del Papa. Quando lei è incavoleto, dissi proprio così, mi chiamano. Io vengo e le racconto qualche barzelletta e qualcosa per farla sorridere e poi me ne torno a casa”. Abbiamo riso molto di questa cosa». «Ci vuole un po’ di coraggio oggi a scrivere “Amore mio”: queste parole non le usa più nessuno.
Quando vado a parlare ai giovani la prima cosa che chiedo è: “Senti un po,’ disgrazieto, quanti anni hai? Hai mai detto alla tua ragazza “Ti amo”? Proprio questa frase qua, io ti amo amore, prova a ripeterla”. Molti ridono e si confondono, mi dicono che non si usa più e invece è una frase bellissima, soprattutto se la si usa a una certa età, come faccio io con Lucia». Poco tempo fa Lucia ha espresso a Lino il suo timore: «“E se un giorno non ti riconosco più per questa mia malattia?”. E io: “Ci presentiamo un’altra volta, che ci vuole, cominciamo da capo. Molto lieto, molto lieta. Chi è lei, scusi si accomodi, vediamo se riesco a conquistarla, signora”. Tutte queste cose fanno il cemento armato, come lo chiamo io, che solidifica sempre di più questa costruzione che per fortuna nostra è diventata antisismica ormai, non ce la fa più a crollare. E questo vale come esempio anche per i figli, per i nipoti».
UNA FEDE ANTISISMICA
Così come è antisismica la fede di Lino Banfi che, tra alti e bassi, non l’ha mai abbandonato. «Continuo a essere assurdamente fissato che anche nella fede io sia un pazzerello, credo in questo stuolo di amici capeggiati da mio padre e da padre Pio, tutti e due con le panze che camminano piano piano, davanti, e guidano questa lunga colonna, poi arrivano mia madre, i miei fratelli, sorelle, parenti… Quando ho bisogno di loro prego in un modo carino che diventa comico: “Mi raccomando camminate piano, non correte perché non ce la fate alla vostra età, però ricordate che io ho bisogno di questo, adesso devo prendere questa decisione, mi raccomando fate i bravi raghezzi tutti, cercate addirittura di parlare il linguaggio banfiota per farci sorridere. Sono sempre con me: parliamo e preghiamo in un modo divertente, tutti quanti».
CHI É: attore e comico tra i più popolari
Non sono molti gli attori italiani amati dal pubblico come Lino Banfi, nome d’arte di Pasquale Zagaria. Nato ad Adria, in Puglia, 86 anni fa, Banfi ha raggiunto la popolarità con pellicole cinematografiche come Vieni avanti cretino, L’allenatore nel pallone, Al bar dello sport, Fracchia la belva umana - solo per citarne alcune - per poi dedicarsi per lo più alle fiction televisive, fra tutte Un medico in famiglia, che lo ha consacrato nei panni di nonno Libero. Sposato da 60 anni con Lucia Lagrasta, ha avuto due figli, Walter e Rosanna. Negli ultimi anni sta affrontando “con il sorriso” la malattia di Alzheimer che ha colpito la moglie.
Chi è
Età: 86 anni
Professione: Attore, è nonno Libero di Un medico in famiglia
Famiglia: Sposato con Lucia, ha 2 figli e 2 nipoti
Fede: Coltivata in famiglia