Tutto nasce una sera «da un incontro con un carciofo». Quando Lisa Casali, laureata in Scienze ambientali, oltre che terribilmente appassionata di ambiente, sbucciando un carciofo si rende conto che ciò che butta è ben più di quello che mangia. «Perché non provare a vedere se per ogni ortaggio c’è un modo per non buttare? Mi sono chiesta perché non mangiassi le foglie esterne. Perché non sono commestibili o perché non so che farmene? O perché sono pigra?». Pigra sì, forse, ma commestibili Lisa sa che lo sono, pur essendo un po’ più coriacee, ma soprattutto si rende conto che nessuno l’ha mai aiutata a scoprire come usarle. «Da quella sera inizio un laboratorio settimanale a casa mia dove invito gli amici come cavie. Un ingrediente a settimana ed esperimenti di ogni tipo per vedere il risultato». E a dar vita alla sua cucina di recupero degli scarti, supportata dagli studi e dalle conoscenze ambientali e corroborata dalla sua esperienza di vita.
SE ALL’IMPROVVISO SI SPEGNE LA LUCE.
«Mia madre si è ammalata di sclerosi multipla quando avevo 15 anni e ho dovuto imparare presto a fare tutto. Se, poi, la malattia di tua madre è progressiva, ti restituisce un’idea della vita ancor più provvisoria. Così ho imparato a dare il meglio e prendere il meglio senza lasciar passare tempo. Una madre che va a letto una sera con le sue gambe e il giorno dopo non cammina più ti fortifica. Per questo mi ritengo un po’
un cingolato, guardo sempre avanti. E mi piacciono le cose semplici. Come l’idea di sfruttare lo scarto nella sua semplicità per farne qualcosa di buono che fa del bene. Mi sono data questa missione che mi riempie di gioia». Una missione che Lisa, parallelamente al lavoro di esperta di rischi ambientali per le aziende, persegue sul suo blog Ecocucina.org che ha creato mentre cercava qualcuno che le pubblicasse i suoi libri. Una finestra sul Web che è rimasta unica nel suo genere e che ha trovato un picco di successo proprio in questi difficili anni di crisi.
«Se in una famiglia usi il 100 per cento, la spesa si dimezza e hai enormi benefici economici, ma anche ambientali. Sia per la produzione del cibo, quindi, sia per lo smaltimento». Nel tempo Lisa ha pubblicato quattro libri per Gribaudo tutti dedicati a temi, o “tappe di crescita”, come sottolinea, diversi:
«Dal cibo, agli sprechi, alle tecniche di cottura, all’autoproduzione. Farsi tutto in casa ti permette di sapere cosa mangi e cosa mangia tuo figlio. Di evitare conservanti e additivi spesso cancerogeni».
L’ESPERIENZA CON AUCHAN.
«Così il recupero delle parti di scarto che fanno risparmiare porta benefici ambientali, e spesso gli scarti hanno più fibre della parte nobile e un contenuto di vitamine pari se non superiore». Da qui l’idea di abbracciare l’iniziativa La tua ricetta per salvare il pianeta della catena di supermercati Auchan, da anni impegnata nella lotta allo spreco a tutto campo, dall’ambiente, al denaro, al cibo. Con la differenziazione e valorizzazione dei rifiuti, la riduzione degli imballaggi, l’utilizzo di energie alternative e l’offerta di prodotti in scadenza al 50 per cento. «E con Wwf, di cui sono testimonial proprio contro gli sprechi di cibo. Con Auchan ci prepariamo a Expo: lo spreco è un anello importante tra il cibo e l’ambiente. Se pensi che il 30 per cento in Italia ogni giorno viene dal settore domestico. Su www.insiemecontroglisprechi.it abbiamo chiesto ai consumatori di inviarci una ricetta antispreco nel tentativo di sensibilizzare e con l’obiettivo di realizzare un ricettario, un libro di beneficenza perché il devoluto andrà a Wwf per iniziative di recupero. Così hai a casa un ricettario contro gli sprechi e fai anche del bene».
NESSUNO ESCLUSO.
Lisa non risparmia nessuno dalla sua missione/ricerca. Così il fidanzato Andrea, che da cinque anni assaggia, giudica, «è molto attendibile, se piace a lui piace a tutti», e la sostiene. Lui che, da bravo designer, «mi ha aiutato anche nella veste grafica, perché la mia proposta fosse bella oltre che efficace». Alcune signore hanno iniziato a inviare le proprie ricette. Come Rosa, di 57 anni, che ha proposto le “pizzette di pane”, recuperando il pane raffermo e facendone friselle. «Quando ho del pane che avanza e si secca, lo bagno, metto dell’olio sopra, pomodorini e mozzarella e lo metto in forno. I miei figli ne vanno matti, vengono delle ottime pizzette da mangiare da sole o come accompagnamento e sono una buona soluzione per non sprecare il pane». O Cristina, 55 anni, insegnante di yoga, artista e blogger di cucina vegana con un’attenzione alle persone intolleranti e allergiche. «Ho inviato un “happy hour con scarto” fatto di baccelli di piselli e di fave, lessati in pentola a pressione o vapore, pastellati con farina di ceci e fritti. Una delle tante ricette che faccio. Il recupero è sempre esistito,
solo Lisa ha avuto l’intuizione di sdoganarlo. Quello che buttavamo diventa così qualcosa di prezioso da riutilizzare, per questioni ecologiche, economiche eccetera». Quando la figlia di Cristina ha deciso di “fare famiglia”, ha voluto ricostruire la sua storia attraverso le ricette della tradizione. «Da lì il blog, perché in questa storia tutta al femminile prima di me ci sono le nonne e ora, dopo Valeria, c’è Gaia, la mia
nipotina di 4 anni. Sul blog metto le ricette che preparo con lei!».