Qui e in alto: Luigi Lo Cascio con Vincenzo Pirrotta.
Volto notissimo della televisione e del cinema, sullo schermo in questi giorni, con In nome del figlio di Francesca Archibugi, Luigi Lo Cascio, uno degli attori della generazione della Meglio gioventù, resi celebri dall’omonimo film di Marco Tullio Giordana, è anche uno straordinario interprete e regista teatrale, in scena al Piccolo Teatro di Milano, fino al 1 febbraio 2015 e poi in tournée, con un suo adattamento di Otello di William Shakespeare, prodotto dal Teatro Stabile di Catania ed E.R.T.
L’idea di rappresentare un classico come Otello è nata dall’amicizia con Vincenzo Pirrotta, come racconta lo stesso Lo Cascio: «Anni fa abbiamo lavorato in Diceria dell’untore di Gesualdo Bufalino: Vincenzo era il regista e io recitavo; poi abbiamo collaborato altre volte a Siracusa e con lo Stabile di Palermo, ma ci eravamo ripromessi che, quando io avessi diretto una regia teatrale, lo avrei chiamato come protagonista, così ho pensato a lui per Otello, anche per la sua presenza scenica, mentre io sono Iago.»
Non è un Otello consueto quello scritto, interpretato e diretto da Luigi Lo Cascio, è frutto di uno studio attento e originale sul personaggio per indagare tra i meandri della mente di un uomo che trasforma il grande amore per Desdemona (Valentina Cenni) in odio. Con la sensibilità e la competenza che contraddistingue ogni sua scelta interpretativa teatrale e cinematografica, Lo Cascio propone una attenta analisi dei personaggi della nota tragedia shakespeariana: «Suggerisco una lettura in cui Otello non è lo sprovveduto che cade nel laccio del traditore Iago, ma è totalmente responsabile della propria vicenda e del proprio delitto. Il mio Otello, non importa che sia bianco o nero, è un uomo che di fronte alla passione amorosa si fa travolgere in qualcosa che non è in grado di controllare. Otello non uccide per gelosia, ma per odio, quando quello spazio che era occupato dall’amore lascia il posto a un sentimento brutale e distruttivo verso la persona che prima aveva amata così tanto; il comportamento di Otello è una delle possibili devianze psicologiche che portano all’omicidio, e oggi al femminicidio.»
Altra particolarità dello spettacolo è l’utilizzo di versi endecasillabi e settenari, che riportano la tragedia all’originale scrittura shakespearians, anche se il regista sceglie di utilizzare la lingua siciliana per i personaggi maschili, Iago, Otello e il soldato di Giovanni Calcagno che rappresenta il coro, mentre Desdemona parla italiano. Lo Cascio, essendo appunto siciliano, spiega che ha preferito la sua lingua come mezzo per esprimere la poesia: «Il siciliano rimane una lingua diretta, concreta, popolare che va dritta al cuore delle questioni, più adatta al teatro che al cinema in cui si è costretti a una lingua verosimile. I personaggi sulla scena possono parlare una lingua poetica, infatti lo spettatore, dopo un primo momento di spaesamento, capisce la peculiarità dello spettacolo e ne viene conquistato.»
Luigi Lo Cascio, anche se da anni vive a Roma, è molto legato alla sua famiglia palermitana, composta da cinque fratelli, tutti appassionati di cinema e racconta «poiché i miei vivono quasi tutti a Palermo, il mio contatto con la Sicilia è giornaliero, tramite loro; in particolare con mia madre Aida che, è una lettrice di Famiglia Cristiana, abbiamo un rapporto bellissimo, l’ho anche coinvolta in La città ideale, il film che ho girato nel 2012 come regista e in cui lei interpretava proprio mia madre e c’era anche mia sorella Armida nel cast. Devo molto alla mia famiglia, che mi ha sempre incoraggiato, sia negli anni della scuola di teatro, l’Accademia Silvio D’Amico, sia durante le mie prime esperienze. Quando ho interpretto il ruolo di Peppino Impastato in I cento passi, il fratello di mia madre, Luigi Maria Burruano, un attore bravissimo, interpretava mio padre, e mio fratello Elio era uno degli amici di Peppino; anche l’altro mio fratello Martino ha iniziato con me facendo cabaret anche se ora è uno psicologo. Infatti lo spettacolo è una attività che ha sempre appassionato tutta la mia famiglia.»
La Sicilia è sempre presente nei pensieri di Luigi che conclude «nella mia isola oggi c’è qualcosa di più misterioso, rispetto a quando ci vivevo io, che l’ho lasciata nel 1989, tra il Maxiprocesso e le stragi. Ora la situazione è diversa e tutta da analizzare: la parte negativa diventa per me di difficile lettura, mentre voglio considerare gli aspetti positivi: sono nate iniziative interessanti, legate alla presa di coscienza dei cittadini, come “Addiopizzo” un comitato che anni fa sarebbe stato impensabile e scandaloso poiché la gente non aveva il coraggio di oggi di unirsi contro le estorsioni. Inoltre voglio ricordare “Libera” che confisca i beni appartenuti alla mafia, e li riutilizza in ambito culturale ed economico così che rappresentava le ruberie di ieri, oggi viene restituito alla comunità e diviene un’occasione di riscatto sociale. Questa è la Sicilia a cui voglio pensare!»
Dove e quando
OTELLO di Luigi Lo Cascio. Liberamente ispirato a Otello di William Shakespeare. Regia di Luigi Lo Cascio. Con Vincenzo Pirrotta e Luigi Lo Cascio, Valentina Cenni, Giovanni Calcagno Scenografie, costumi e animazioni di Nicola Console e Alice Mangano. Musiche di Andrea Rocca. Luci di Pasquale Mari. Produzione Teatro Stabile di Catania, E.R.T. Emilia Romagna Teatro Fondazione.
Al Piccolo Teatro Strehler di Milano fino al 1 febbraio 2015 e poi in tournèe dal 4 al 5 febbraio 2015 al Teatro Municipale di Casale Monferrato (AL), dal 7 all’8 febbraio 2015 al Teatro Verdi di Pisa, dall’11 al 15 febbraio 2015 al Teatro Rossetti di Trieste, dal 18 al 22 febbraio 2015 al Teatro Sociale di Brescia, dal 26 febbraio all’1 marzo 2015 al Teatro Metastasio di Prato, dal 17 al 29 marzo 2015 al Teatro Quirino di Roma. Info: www.teatrostabilecatania.it/