Ci sarà un motivo se ogni anno di più le mostre d’arte sfidano lo scarso appeal che emanerebbe da tutto ciò che sa di cultura. Lo dicono i dati del botteghino. Nel 2013 sono centinaia e centinaia di migliaia le persone che hanno fatto la fila per visitare le mostre allestite nelle varie città italiane, da Milano a Forlì, da Roma a Firenze a Ravenna. Rassegne più o meno divulgative, tematiche più o meno accattivanti, artisti più o meno famosi.
Se è vero che ogni mostra è prima di tutto un viaggio, un’avventura dell’anima che ci aiuta a capire noi stessi e il mondo che ci circonda, con la più straordinaria chiave di lettura, che è quella della bellezza, la mostra del 2013 è senz’altro quella che Marco Goldin ha portato prima a Vicenza e poi a Verona. Raffaello verso Picasso, storie di sguardi, volti e figure, è stato un prevedibilissimo successo, e non solo per la qualità indiscutibile delle opere. Intanto nella prima tappa, quella di Vicenza, ha coinciso con la riapertura di un luogo magico come la Basilica Palladiana. E così gli straordinari ritratti della rassegna, firmati da Raffaello, Giorgione, Durer e Bellini fino a Degas, Van Gogh, Picasso e Francis Bacon, hanno potuto dialogare con uno spazio simbolico come la grande carena rovesciata progettata dal più grande architetto del nostro Rinascimento. Per restituirci non tanto una storia del ritratto e della figura, ma un gioco di sguardi che ci aiutano a dare un senso alla domanda cui ciascuno di noi cerca di rispondere lungo tutto il corso della vita. Chi siamo davvero?
Nessuno può rispondere a questa domanda meglio di un artista, non importa se dentro la perfezione della forma, come nel caso di Raffaello, o nella rottura irrequieta della stessa, come avviene per gli artisti del ‘900. La mostra dedicata al ritratto trova il suo naturale proseguimento nella rassegna che Linea d’Ombra dedica quest’anno alla pittura di natura e al nostro essere nel mondo. Verso Monet, questa volta prima a Verona e poi a Vicenza. E il viaggio continua.