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E Scilipoti tuonò: «Silvio, bastona i traditori!»

02/10/2013  Nel dicembre 2010 lasciò l'Idv di Di Pietro, con cui era stato eletto, per salvare il governo del Cavaliere. Mercoledì al Senato ha invitato Silvio alla linea dura contro chi votava in dissenso. E ora su Internet lo prendono in giro...

È come se Giuda Iscariota fondasse un’associazione contro i traditori. O un vampiro venisse fatto presidente dei donatori di sangue.  Domenico Scilipoti detto Mimmo non finisce mai di sorprendere.

Mentre al Senato andava in scena il voto di fiducia al governo Letta, il senatore del Pdl si è avvicinato a Berlusconi invitandolo, con grande calore, a «bastonare i traditori». Non c'era verso di tenerlo fermo un attimo, Mimmo.

Enrico Letta stava facendo la sua replica sulla richiesta di fiducia al governo e il senatore ex Idv passato, attraverso i responsabili, con il Pdl, si è alzato in piedi e ha urlato sbracciandosi platealmente. Il presidente Pietro Grasso lo riprende e gli dice: «Ora che ha ottenuto il suo spazio televisivo si può sedere».

Ma è la battuta sui traditori a fare rapidamente il giro del web e scatenare le ironie. Su Twitter il direttore di Libero Maurizio Belpietro cinguetta: «Scilipoti vuole bastonare i traditori. Masochista».
Un altro twitta: «Per me Scilipoti è perfetto per Kazzenger», la parodia di Voyager di Crozza. Ma lui il giorno prima della fiducia aveva solennemente giurato: « Morirò per l'Italia non per Berlusconi». Risposta dal web: «Per noi va bene uguale».

Si commuove solo l’onorevole Foti: «Voi lo prendete in giro, ma Scilipoti fedele a Berlusconi ha dato una lezione all’ Italia».

Con l’invito a «bastonare i traditori» Scilipoti voleva che il Pdl votasse la sfiducia al governo Letta, dimentico di quanto affermava nel 2010: «Il principio del ribaltone è pericoloso. Si rinnega il voto degli elettori con giochi di palazzo, oltretutto in un momento di crisi, difficile. È da irresponsabili».    

Era il 14 dicembre del 2010 e prima del memorabile salto della quaglia Mimmo scriveva sul suo sito: «Io stò con gli italiani», con l’accento ben in vista sulla o. Il patriottismo, si sa, comincia dalla grammatica.

E dopo una campagna elettorale tra le file dei dipietristi tutta giocata contro l’odiato «nemico» Berlusconi nel 2010 appunto è lui, insieme al collega Razzi, a fornire al Cavaliere la manciata di voti decisivi per far sopravvivere il suo governo e dare una spallata alle velleità di Gianfranco Fini.

Memorabile il duetto con l’ex compagno di partito, il dipietrista Barbato che lo riprese con una telecamera nascosta mentre gli spiegava perché era passato con il Pdl: «Io avevo già deciso da un mese prima. Mica avevo deciso, figurati, tre giorni prima», spiegò Mimmo. «Ma come, tre giorni prima avevi detto male di Berlusconi!», replicò Barbato. E lui: «L'ho detto apposta. Avevo già deciso». Il motivo? Il vitalizio. «Io non avevo la pensione ancora», spiegò il Nostro non sapendo di essere ripreso. «Dieci giorni mi mancavano. Sì. Perché se si votava il 28 marzo com'era in programma, io per 10 giorni non pigliavo la pensione. Hai capito? Io ho detto: ché, se c'ho 63 anni, giustamente, dove vado a lavorare io? In Italia non ho mai lavorato. Che lavoro vado a fare? Mi spiego?».

E come non ricordare quando alla trasmissione «Un giorno da pecora» s’agitava: «Portate una Bibbia, voglio giurare! Giuro davanti al popolo italiano che nessuno mai mi ha pagato!»? E le staffilate rifilate al Cavaliere definito un «dittatore»? La sua facilità a cambiare casacca è diventato pure un neologismo: «scilipotismo».

Nel maggio 2011, rimasto senza poltrone dopo il rimpasto del governo Berlusconi che aveva salvato qualche mese prima, in un’intervista al Giornale disse che non se l’era presa più di tanto e cantò il testo di una canzone che aveva scritto. Ecco il testo: «Un solo cuore un’unica idea, per un’Italia ancora tua, ancora mia... Per padri e figli e per chi ancora verrà, per un futuro e per chi lo vorrà».

Quando si pensava che il Pdl si sarebbe spaccato sulla fiducia lui comunque si è dimostrato molto comprensivo: «Hanno fatto come me due anni fa», ha detto. «Hanno deciso di sostenere il Governo pensando che non era il caso di fare la crisi al buio». Per aggiungere ecumenico: «Bisogna rispettare gli avversari politici, anche quando la pensano diversamente da noi». Come dire, c'è un po' di scilipotismo in ognuno di noi...

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