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lunedì 14 ottobre 2024
 
 

Lombardia, voto di scambio con la mafia: condanne confermate

11/07/2015  Un altro duro colpo alla 'ndrangheta lombarda. Si è concluso con la conferma in appello delle condanne il processo nato dall'inchiesta dell’Antimafia di Milano che ha portato in carcere, nel 2012, l'allora assessore regionale alla Casa Domenico Zambetti, accusato di aver comprato voti dalle famiglie mafiose.

Un altro duro colpo inferto alla 'ndrangheta lombarda. La Corte d'Appello del tribunale di Milano si è espressa, nei confronti di dodici imputati con un'assoluzione, una riduzione di pena e con la conferma delle condanne di primo grado per gli altri dieci imputati.

Così si è concluso il processo d'appello nato dall'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano che ha portato in carcere, nel 2012, l'allora assessore regionale alla Casa Domenico Zambetti, accusato di aver comprato voti dalle famiglie mafiose. Tra i condannati in secondo grado al processo (che si è svolto con rito abbreviato) figura Giuseppe D'agostino detto 'Zio Pino', definito dagli inquirenti il “portavoce” dei clan nel ruolo di avvicinamento di Zambetti. A D'Agostino è stata ridotta la pena a seguito della riqualificazione del reato. Passando da associazione mafiosa a concorso esterno la sua pena a 10 anni e 10 mesi si è ridotta a 8 anni e 8 mesi.

Domenico Zambetti.
Domenico Zambetti.

Assolto con immediata scarcerazione, invece, il giovane Salvatore Giuseppe Mancuso, classe '89, dall'accusa di sequestro di persona. È andata male agli altri imputati – tutti accusati del 416 bis, ovvero del reato di associazione mafiosa ‒ che, nonostante si siano visti escludere alcune delle aggravanti, hanno visto la piena conferma delle condanne avute in primo grado.

Così, secondo i giudici della corte d'appello, Sabatino Di Grillo, ritenuto dagli inquirenti l'esponenti di spicco dell'omonima 'Ndrina Di Grillo-Mancuso, dovrà scontare 10 anni e 10 mesi. Per Vincenzo Evolo, ritenuto essere il braccio destro del presunto boss, la condanna è a 14 anni e 8 mesi. Le condanne sono state confermate anche per Giampiero Guerrisi, 14 anni e 2 mesi e per Alessandro Gugliotta a 9 anni e 10 mesi. Anche le parti civili hanno strappato la loro piccola vittoria: Di Grillo, Evolo e Gugliotta dovranno infatti risarcire regione Lombardia di 2 mila euro, mentre Guerrisi e D'Agostino il comune di Milano per altri 3 mila.

A questo ramo del processo, si affianca a quello degli imputati che non hanno scelto il rito abbreviato, oggi in corso all'ottava sezione penale del tribunale di Milano. Tra gli imputati compaiono tra gli altri il presunto boss Eugenio Costantino, accusato di aver venduto voti della 'ndrangheta ai politici lombardi, e Alfredo Celeste, ex sindaco di Sedriano, che ha guidato la giunta Pdl fino all'ottobre 2013, quando il comune è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. Il primo in Lombardia.

 
 
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