«Ho lasciato sempre che il
miracolo della creazione
mi stupisse». E la famiglia
di Lorella Cuccarini
testimonia questa scelta.
La conduttrice, showgirl,
ballerina, “la più amata
dagli italiani”, ha quattro
figli: Sara, di 20 anni, Giovanni di 17 e
due gemelli, Chiara e Giorgio, di 13.
«Tutti arrivati nel momento di massimo
successo. Quando sono rimasta incinta
la prima volta ho rifiutato la terza
edizione di Buona Domenica su Canale
5 anche se era stato un boom di ascolti.
Quando dopo due mesi ho perso il figlio
che avevo in grembo, ho accettato di vivere
il dolore; dopo poco è arrivata Sara.
Giovanni è nato prima delle esperienze
del teatro, i gemelli quando avevo già
programmato due mesi di tournée di
Grease, con centinaia di biglietti venduti
e altrettante maestranze coinvolte. Ricordo
ancora quando mi dissero che erano
due, nonostante non ci fossero precedenti
in casa fuorché una mia zia. Io e mio
marito Silvio li abbiamo accolti come un
dono, una maternità ancora diversa che ho vissuto con grande entusiasmo.
Per una donna quello è il momento
di massima energia e benessere fisico.
Così, con una puntura di Buscopan
tutte le sere, ho finito le repliche che ero
ormai al quinto mese e nessuno si è mai
accorto di nulla».
Sposata dal 1991 con Silvio Capitta,
produttore musicale e televisivo, proprietario
della Triangle Production, conosciuto
con lo pseudonimo di Silvio Testi, Lorella
quel giorno ha scelto il suo progetto
e il resto è venuto di conseguenza. «Ci
siamo sposati in chiesa e il sacramento è
stato, in modo particolare per me, il primo
passo verso una fede adulta e consapevole.
E l’inizio vero della nostra famiglia.
Scelto Silvio, tutto il resto è stato solo
una naturale conseguenza, un completamento». Ventitré anni di matrimonio e un’armonia che tuttora si respira in casa,
Lorella e il marito hanno cresciuto
all’unisono i figli «secondo i valori cattolici:
il rispetto del prossimo, della cosa
pubblica, della libertà, la misericordia
nei confronti degli altri. L’amore vero
con la “A” maiuscola, lo sguardo sempre
attento a chi hai intorno ed è in difficoltà.
E un trucco: essere sempre d’accordo
su tutto, per lo meno davanti a loro.
Non è mai capitato che ci smentissimo,
questo è stato per noi un punto fondamentale
per non perdere di credibilità e
rischiare di destabilizzarli».
LA GRANDE SFIDA PER IL FUTURO
«I figli sono
una grande sfida perché riponi in loro
tutti i sogni e le speranze che non sei
riuscito a realizzare tu come generazione.
Mi piace pensare che possano cambiare
il mondo che gli lasciamo, mi piace
che crescano con un bagaglio di valori e
contenuti per cui saranno pronti a farlo.
In questo generare figli è generare futuro,
il mondo che verrà. La grande sfida
sta nel metterli nella condizione di fare
quello che noi non abbiamo avuto il
coraggio di fare. Questo significa amarli,
farli crescere nel migliore dei modi, preparare
il terreno perché siano domani
donne e uomini di valore». Partendo dai
valori che per i genitori, per primi, sono
fondamentali. Tra questi, per Lorella e
Silvio, su tutti, la vita.
«Troppo spesso passano sotto silenzio
i milioni di bambini che non nascono.
Io sono diretta con i miei figli: si sta
cercando di anestetizzare le coscienze.
Sento ragazze giovanissime parlare
dell’aborto senza capirne il peso. A scuola
ti parlano di precauzioni, ma non
dell’importanza del tuo corpo, delle scelte.
Con il rischio che i giovani crescano
analfabeti. Su questo punto noi in casa
insistiamo molto, con le femmine e con
i maschi». Della Legge 194 Lorella dice
che andrebbe fatta rispettare per quello
che è e per ciò che c’è scritto: «La donna
può essere messa nella condizione di fare
la scelta dopo essere ascoltata e sostenuta
qualora scegliesse il contrario. Ma siamo
sicuri che sia davvero così? Oggi si
sceglie solo se farlo o non farlo, si prende
una pillola del giorno dopo che sembra
un farmaco per il mal di testa. Le ragazze
non capiscono la gravità dell’atto. Io non
giudico chi fa una scelta del genere, ma
mi preoccupo per una giovanissima che
non si rende conto del gesto che compie.
Bisogna educare le nuove generazioni, altrimenti
tra quindici anni arriveremo a
espellere un feto con una pillola senza capire
che avremmo potuto aver dentro di
noi un figlio, una gioia infinita».
IL SENSO PER LA FAMIGLIA
È un senso radicato
e profondo quello di Lorella per la famiglia.
«Lo stesso che ho sempre respirato
in casa. A partire da mia madre. Io,
mio fratello e mia sorella siamo sempre
stati molto amati, soprattutto da lei. Ci
siamo sentiti voluti, se non desiderati
(io sono nata “per errore”), accettati e
benedetti». Lei che con i figli da sempre
ama fare un gioco su tutti: «“Fiori, frutti,
cose e città”. E poi... cantare. Prima del bagnetto
o di dormire, ha fatto parte della
loro crescita». Lei che non rinuncerebbe
mai a essere presente al risveglio, a fare
quattro chiacchiere dopo cena e che con
loro ha grande complicità. «I ragazzi li capisci
ascoltandoli, anche nei loro silenzi.
Con la Tv spenta, la cucina si trasforma
così nel luogo dell’intimità».
Lorella Cuccarini, per vent'anni di "30 ore per la vita"
Dal 1994, Lorella Cuccarini
è testimonial della maratona
televisiva a scopi benefici
Trenta ore per la vita.
«Anche lì generiamo
la vita, con centinaia
di progetti che abbiamo
realizzato negli anni, servizi,
sostegno e assistenza».
La campagna di questo
anno è dedicata alla
oncoematologia pediatrica,
perché i tumori pediatrici
rimangono la prima causa
di mortalità da malattia
nei bambini (dati Fiagop).
«Trenta ore per la vita
dà senso al mio essere
donna e professionista».