Metti una sera d’estate,
una basilica dei Benedettini,
un abate e un
cardinale, un flauto e
un pianoforte. Metti
la musica di Astor
Piazzolla e quella di
Chopin… Il cuore romantico
di Roma palpita tra le navate
di Sant’Anselmo per il concerto che il
cardinale Lorenzo Baldisseri e l’abate
primate Notker Wolf offrono
agli astanti. Presentano il cofanetto
di tre cd Florilegio musicale, prodotto
dalla Lev e inciso da Baldisseri, segretario
generale del Sinodo dei vescovi,
ma danno anche il saluto al padre
abate che conclude a settembre il
suo mandato dopo 16 anni alla guida
dell’Ordine del santo di Norcia.
Il cardinale non parla prima di suonare.
Concentrato come tutti i grandi
pianisti. «Sono sempre emozionato»,
confesserà poi. «Un’emozione per la
preparazione che si confonde con
la paura di eseguire le musiche per
il pubblico. E poi c’è l’emozione di poter
esprimere le note di questi grandi
compositori, di Chopin, in particolare,
che è il mio preferito». Ma si suona
anche Astor Piazzolla, in questa sera
magica. Lo stesso brano, Adiòs Nonino,
che il cardinale aveva già suonato per
il Papa. «Eravamo in pieno Sinodo e
l’ascensore si era fermato. Papa Francesco
ha dovuto fare tre piani di scale
a piedi ed era piuttosto affannato.
Allora per ristorarlo gli ho suonato
questo brano del grande compositore
argentino. Un tango molto speciale
perché non rapsodico, ma invece
molto lirico». Sul suo pianoforte
Steinway, nel salone degli uffici di via
della Conciliazione, il cardinale suona
spesso, «soprattutto la sera perché
il palazzo è praticamente vuoto e non
do fastidio a nessuna ora come farei
invece a casa. Anche lì ho il piano, ma
su quello che è in ufficio ho la libertà
di esprimermi come voglio». È sul quel
pianoforte che «ho suonato per il Papa
anche Chopin, due brani».
L’abate di Sant’Anselmo è andato a
riporre il suo flauto: «Un dono speciale
che mi è stato fatto da amici buddhisti.
È realizzato a mano, in argento
e portato direttamente dal Giappone.
Possiamo dire che è un flauto interreligioso
», scherza nel chiostro di una
delle basiliche più belle di Roma. Appassionato
di musica, anche di quella
non propriamente classica (dal 1981
Notker Wolf ha iniziato a suonare la
chitarra elettrica nei Feedback, un
gruppo di rock “cristiano” che ha
pubblicato quattro album), il primate
ricorda che «per i Benedettini
la custodia della cultura è fondamentale
e, quando ci sono esempi come il
concerto di questa sera, questo spinge
anche altra gente ad avvicinarsi all’arte:
non solo alla musica, ma anche alla
scrittura, alle arti visive».
Un rapporto antico, quello tra l’abate
e il cardinale, nato già nei primi
anni Duemila, quando Baldisseri era
nunzio in Brasile. «Ero andato a trovarlo
e gli avevo consegnato i due cd
per flauto che avevo già inciso e lui mi
ha dato i suoi», ricorda Notker Wolf.
E poi ancora gli incontri in basilica
quando Baldisseri, creato cardinale nel
2014, ne è diventato titolare. «Non posso
darle il benvenuto perché questa
chiesa è sua », era stato il saluto, prima
del concerto, del priore di Sant’Anselmo
padre Elias Lorenzo.
«E da quando ci siamo reincontrati
qui in basilica», riprende il primate,
«ci siamo subito detti che dovevamo
suonare insieme. E abbiamo preso l’iniziativa. È una cosa rara vedere due
persone come noi che suonano il pianoforte
e il flauto assieme. Lo avevamo
già fatto lo scorso anno. E lo facciamo
ancora per la gioia della gente, per la
gioia della vita».
Una gioia che percorre – pur tra
brani malinconici – tutti e tre i cd del
cofanetto. Con i brani di Piazzolla e
Bach, «la malinconia contro la speranza
», sottolinea il critico musicale
Marcello Filotei, ma anche con «quella
visione del mondo asciutta, compassionevole,
mai melensa che il cardinale
ha maturato nel corso dei suoi
40 anni in giro per il mondo».
E se il primo cd, del 2007, appare
come «una sorta di viaggio continuo
soprattutto tra le regioni iberiche e i
loro diversi stili musicali, il secondo
– del 2012 – si fa più asciutto, con più
esperienza, con un maggior senso della
misura». Ci sono Puccini e Schuman,
Liszt e Mozart. Per arrivare alla sintesi
del terzo, completato nel 2015, con le
musiche di Piazzolla, Debussy, Chopin,
Rachmaninov. «C’è il dolore, in questi
brani, che il cardinale affronta a occhi
asciutti: non è il caso di piangere, la
vita è fatta così». Faticosa e bella, dolorosa
e piena di speranza.