La terrazza è piuttosto riparata. Ma non abbastanza per gli occhi delle fan che iniziano a urlare: «Lorenzo! Lorenzo!». A vent’anni si rischia di essere travolti da tutto questo, ma Lorenzo Fragola sembra mantenere il naturale stupore che è la migliore arma per prevenire la sbornia da successo: «Quando vedi un ragazzo come te cantare le parole di una canzone che magari ho scritto un pomeriggio senza pensare che avrebbero potuto diventare importanti per qualcuno, ti rendi conto che sei un privilegiato perché hai la fortuna di fare quello che ti piace davvero».
Lorenzo ha appena pubblicato il suo secondo album, Zero Gravity, che è volato subito al primo posto della hit parade, unico cantante finora a esserci riuscito tra quelli che hanno partecipato all’ultimo Festival di Sanremo. E il 24 aprile si esibirà allo Stadio Olimpico di Roma (diretta su Tv 2000) con altri compagni di strada sanremesi come Francesca Michielin, Deborah Iurato e Rocco Hunt in occasione del Giubileo dei ragazzi.
Ma torniamo a Zero Gravity: è un album che mostra una notevole crescita tanto nei testi quanto nelle musiche, anche rispetto a Infinite volte, il brano con cui Lorenzo si è presentato per la seconda volta all’Ariston, piazzandosi al quinto posto. «Sì, Infinite volte è una canzone molto semplice ed è stato giusto portare quella all’Ariston, anche perché rappresenta un passaggio tra il primo album e il secondo, in cui ho cercato di ampliare i miei orizzonti musicali».
A Sanremo, nella serata dedicata alle cover, il vincitore dell’ottava edizione di X Factor ha interpretato molto bene La donna cannone di Francesco De Gregori. «Sono cresciuto ascoltando i cantautori italiani, ma secondo me, verso noi giovani, c’è troppa pressione nel continuo confronto con questi grandi del passato. Non ha senso farlo, perché loro hanno vissuto in un contesto sociale e culturale molto diverso dal nostro. E poi penso sia giusto consentire ai cantanti come me di esprimersi e di fare i propri errori. I nostri pezzi potranno essere valutati tra dieci anni: soltanto il tempo potrà dire se hanno un valore oppure no».
A dispetto delle ragazzine che lo acclamano, Lorenzo ha dichiarato di voler piacere soprattutto alle nonne: «Sì, perché i giovani cantano per il loro piacere, invece le nonne cantano ai loro nipoti per farli appassionare alla musica e per tramandare le canzoni che le hanno accompagnate nella loro gioventù. Mia nonna, per esempio, mi ha fatto conoscere Domenico Modugno. E le sue canzoni mi sono piaciute così tanto che ne ho scoperte alcune che non conosceva neppure lei».
Anche i genitori di Lorenzo sono grandi appassionati di musica. «Mia mamma è innamorata dei grandi autori italiani, Pino Daniele, Mango, Celentano, De Gregori, Dalla, De André, mentre mio papà preferisce il rock dei Beatles, dei Rolling Stones, dei Queen. Insomma, sono cresciuto bene».
Papà Davide, in particolare, per farlo addormentare lo cullava in un marsupio mentre suonava il pianoforte. Poi usciva di casa e dava la caccia ai delinquenti. È infatti ispettore capo della Polizia a Catania. «Da bambino non mi rendevo conto che il suo è un lavoro molto pericoloso», ricorda Lorenzo. Lo capì la sera del 2 febbraio 2007, quando suo padre al telefono lo rimproverò per non averlo chiamato per sapere come stava. Quel giorno, dopo il derby Catania-Palermo, l’allora ispettore capo Filippo Raciti venne ucciso mentre tentava di sedare i disordini scoppiati tra i tifosi. «Nella mia ingenuità, non pensavo che anche mio padre fosse lì. In quel momento ho capito che lui non lavora solo per me, ma per tutti, e che ogni giorno rischia la vita per questo».
Un’altra figura cruciale nella sua formazione è il nonno: «È stato presidente della Cisl siciliana, un sindacalista vero che quando è stato necessario ha pagato in prima persona pur di difendere i diritti dei lavoratori».
Con un padre e un nonno così, non sorprende la risposta che Lorenzo dà quando gli chiediamo come si vede tra dieci anni. Non pensa a sé stesso in quanto cantante. Dice solo: «Mi vedo come una persona onesta. Da bambino mi sarei sentito in colpa anche se avessi preso soltanto una caramella di nascosto».
A proposito di bambini, Lorenzo ha cantato La nostra vita è oggi nel film d’animazione Il mondo di Arlo. «Da bambino il mio personaggio preferito dei cartoni animati era Hercules del film della Disney. Era magrolino, figlio di contadini e nessuno credeva in lui. Ma grazie al suo impegno è diventato il più forte di tutti».