Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
giovedì 24 aprile 2025
 
dossier
 

Loris, ma Veronica Panarello non merita quelle urla

10/12/2014  L'accusa di aver ucciso il figlio Loris è un macigno terribile. Ma le grida "assassina, assassina" rivolte alla giovane madre di Santa Croce Camerina davanti al carcere di Catania sono un oltraggio a un dramma che merita, ora più che mai, rispetto e silenzio

Le scene che abbiamo visto a Cogne e ad Avetrana, per citare solo due dei casi più famosi di cronaca nera degli ultimi anni, dovrebbero spingere, con un pizzico di cinismo, a non stupirsi più di tanto delle urla scagliate contro Veronica Panarello, accusata dell'omicidio del figlio Loris, al momento del suo arrivo nel carcere di piazza Lanza a Catania.

«Assassina, devi morire», le hanno gridato i detenuti dalle celle. Stesso trattamento a base di urla e insulti anche da parte della gente che si era raccolta davanti alla questura di Ragusa per godersi lo spettacolo e vedere da vicino la “mamma assassina”.

La presunzione d'innocenza è quasi una bestemmia, un lusso che non possiamo permetterci quando s'accende la sarabanda mediatica attorno - e dentro - al dolore e all'orrore di un delitto terribile e la “voglia di giustizia” diventa slogan buono per qualche striscione da appendere a favore di telecamera.  

Nel decreto di fermo i pm di Ragusa hanno scritto che Veronica Panarello si è «resa responsabile dell'omicidio del proprio figliolo, con modalità di elevata efferatezza e sorprendente cinismo».
Poi sono riportate alcune frasi della donna, la quale, si legge, «sin da bambina soffriva di manie persecutorie, era una bambina aggressiva e violenta. Sino all'età di sette anni e stata seguita e curata da uno psicologo» ma poi «si è rifiutata».

Forse la chiave di volta di quanto accaduto sta nel passato difficile di questa giovane donna. Veronica si è sempre sentita rifiutata dalla madre, Carmela, che le ha ripetuto di essere il frutto di una gravidanza indesiderata e durante una lite le rivela che è nata da un rapporto occasionale con uomo che non è il padre che poi l'ha riconosciuta.

Veronica cerca a lungo quel padre naturale ma quando lo trova lui la rifiuta. Dopo l'ennesima relazione clandestina della madre, che ha avuto cinque figli da tre uomini diversi, a 15 anni tenta il suicidio stringendosi al collo una fascetta e provando ad impiccarsi. È il secondo tentativo di suicidio dopo quello di un anno prima con la candeggina.

A Grammichele, nel Catanese, dove era tornata dopo aver passato l'infanzia in Liguria per via del lavoro del padre, frequentava l'istituto artistico Albertini. Ed è in questo momento che si materializza Davide, l'uomo che la sposa e in questi giorni di tregenda l'ha protetta con un silenzio rotto solo da uno sfogo sibilato la notte del fermo: «Se è stata lei, mi deve dare spiegazioni».

Amore da “ragazzini”, forse che però culmina a 16 anni con una gravidanza indesiderata, dalla quale nasce Loris, e un matrimonio in qualche modo “obbligato”. Il marito è camionista, lavoro che lo costringe a lunghi giorni lontano da casa. Veronica cresce in fretta, a Santa Croce Camerina la chiamano la “forestiera”.

Arriva un altro figlio. Per lei si materializza una vita solitaria. Adesso sono in molti a dire che il suo rapporto con Loris non era proprio idilliaco, che spesso riversava con violenza su di lui le sue frustrazioni e paure.
Anche per questa vita di ombre, continuamente popolata da demoni capricciosi, Veronica Panarello non merita quelle grida infamanti.

Al marito ha detto: «Davide non mi abbandonare, fammi sapere quando saranno i funerali del mio bambino perché voglio partecipare». Un’estrema fragilità come quella di Veronica, pur nell’enormità di quello di cui è accusata, merita un po' di pietas. E di silenzio soprattutto.

Multimedia
Loris, svolta nelle indagini: fermata la madre per omicidio
Correlati
Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
I vostri commenti
8

Stai visualizzando  dei 8 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo