Come molti altri luoghi di culto cristiani, durante la guerra è stata presa di mira da gruppi jihadisti che nel 2013 l'hanno gravemente danneggiata. Ora la cattedrale maronota di Sant'Elia ad Aleppo rinasce. Dopo lunghi e complessi lavori di ricostruzione, oggi 20 luglio la chiesa, edificata nel 1873 nel quartiere Al Jdeydeh,viene riaperta e riconsacrata. Ad annunciarlo è la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs), che è stata tra i principali finanziatori del progetto di restauro, destinando ai lavori 400.000 euro di donazioni.
«La riapertura della cattedrale dal punto di vista simbolico rappresenta un messaggio ai parrocchiani e ai cristiani di Aleppo e del mondo ancora presenti nel Paese nonostante i nostri numeri vadano riducendosi», ha commentato ad Aiuto alla Chiesa che soffre l’arcivescovo maronita di Aleppo, monsignor Joseph Tobij. Secondo le fonti della fondaizone pontificia, infatti, i cristiani aleppini prima della guerra erano circa 180.000, oggi ne sono rimasti appena 30.000. La comunità cristiana siriana è stata tra le prime vittime di un conflitto da in nove anni ha devastato il tessuto sociale del Paese. Situata nel Nord della Siria, poco distante dal confine con la Turchia, Aleppo era un mosaico di popolazioni, dagli arabi agli armeni, dai curdi ai turchi, crogiuolo di tradizioni e culture, esempio di convivenza. Anche se la maggioranza della sua popolazione è musulmana, era la terza città del mondo arabo con la maggiore presenza di cristiani, dopo Beirut e Il Cairo. Un patrimonio che la guerra ha ridotto in macerie.
Il restauro della cattedrale non è stato semplice, a partire dal reperimento dei fondi, fino alla ricostruzione del tetto di legno, identico a quello originale, che ha richiesto l'intervento di architetti italiani e l'invio del materiale dall'Italia, «Vediamo la cattedrale di Sant’Elia ed è un miracolo», ha detto Thomas Heine-Geldern, presidente esecutivo di Aiuto alla Chiesa che soffre. «E’ magnifico vederla brillare del suo antico splendore. Spero divenga ancora una volta il centro dell’intera comunità cristiana, come lo era prima della terribile guerra».