L'immagine della culla termica dal video commovente che ci ha mandato il parroco don Antonio Ruccia pochissimi minuti dopo avere trovato il bambino e mentre era in attesa dall'ambulanza che l'avrebbe trasportato al Policlinico di Bari.
«Qualche tempo fa era successo che erano stati abbandonati dei bimbi su due spiagge nei pressi di a Bari. Nel 2015, in accordo con il Consiglio Pastorale parrocchiale decidemmo di sistemare una culla termica, all'interno del cortile della parrocchia ma raggiungibile dall'esterno, in modo che chi si trovasse nella condizione di abbandonare il suo bambino, potesse farlo in modo anonimo e sicuro», racconta il parroco della chiesa di San Giovanni Battista di Bari, nel quartiere Poggiofranco. «Da allora non era successo niente, fino a stamattina. Alle 8 e 15 è scattato l'allarme che avevamo installato sulla culla e ho trovato questo meraviglioso bambinello che piangeva, con un bigliettino scritto dai suoi genitori, con il suo nome e un pensiero scritto in stampatello».
Ancora emozionatissimo, per averlo tenuto per brevi minuti tra le sue braccia (giusto il tempo di chiamare il 118 per l'emergenza), don Antonio, 57 anni, già direttore per cinque anni della Caritas di Bari, ci ha raccontato tutto appena rientrato dopo i dovuti accertamenti dai Carabinieri.
«Il bambino è stato affidato per il momento al primario del reparto di neonatologia. Stava bene ed era molto ben curato. Indossava una tutina bianca e azzurra. Il mio sogno sarebbe di poterlo battezzare, anche se per il dovuto anonimato che è scattato dalle primissime ore, forse non mi sarà possibile».
Il parroco, che ha sempre condotto la sua comunità con spirito famigliare («Anche durante il lockdown non abbiamo mai smesso di vederci ogni giorno con tutti anche sul web», spiega) è felice perché sente di avere salvato una vita. «Forse è stata colpa della crisi dovuta alla pandemia e magari i genitori pur amandolo tantissimo, basta guardarlo come si può non amarlo?, hanno dovuto lasciarlo qui. Ora troverà di certo qualcuno che potrà crescerlo in serenità». Certo, con la benedizione e la preghiera di tutti i parrocchiani, nostra, e soprattutto di don Antonio che di certo non dimenticherà mai questa mattinata.