Mercoledì 22 novembre
di cento anni fa nasceva
in un paesino del Friuli
padre David Maria
Turoldo, frate dei Servi
di Maria, poeta, giornalista,
predicatore, testimone
appassionato
di una fede che non temeva di “impolverarsi”
nelle strade della terra e della
storia. L’amicizia profonda che mi ha
legato a lui nell’ultimo decennio della
sua vita, la collaborazione nel comporre insieme volumi soprattutto attorno
ai libri biblici più amati da lui e da me,
i Salmi, il Cantico dei cantici, Qohelet
e Giobbe, il dialogo costante che ogni
domenica intessevo con lui quando dal
suo eremo di Sotto il Monte scendeva
nella mia casa paterna in Brianza, hanno
fatto sì che ricordassi ripetutamente
la sua figura in questi giorni per giornali,
televisione, radio e persino Internet.
Lo faccio ora anche per Famiglia
Cristiana, una rivista che egli amava e
stimava, sulla quale talora interveniva,
invitato dal comune amico, il direttore
di allora don Leonardo Zega. Il legame,
poi, si estendeva alle edizioni San
Paolo presso le quali aveva pubblicato
molti testi – alcuni dei quali riproposti
anche recentemente in allegato al
nostro settimanale – a partire da quel
famoso Lungo i fiumi..., una straordinaria
versione poetica dei Salmi che aveva
voluto fosse accompagnata da un
mio commento. Sì, perché la Parola di
Dio era stata l’anima della sua vita e la filigrana ideale della sua poesia.
Non per nulla si definiva «servo
e ministro della Parola» biblica, da
lui cantata, approfondita, celebrata,
tant’è vero che nelle sue moltissime
pagine si può percorrere l’intera sequenza
delle Sacre Scritture. Proprio
per questo il cardinale Carlo Maria
Martini, consegnandogli il Premio
Lazzati aveva trovato nella figura e
nell’opera di padre David il respiro
dei profeti biblici, la voce che esce dal
roveto ardente del Sinai e che sprizza
come scintilla dalle pietre colpite dal
martello di Dio, per usare un’immagine
del profeta Geremia.
Ma, all’interno di questa sintonia
appassionata alla Parola divina, soprattutto
durante gli ultimi anni della
sua vita, si era incuneato il “mostro”
del male, il cancro con il suo corteo di
sofferenze. Era, così, apparso anche
il silenzio di Dio, anzi il misterioso
intreccio-incontro tra Dio e il nulla.
Esso scompaginava i pensieri e i versi
di Turoldo, in particolare quelli dei
Canti ultimi, forse il suo capolavoro
poetico: «Dio e il Nulla – se pure l’uno
dall’altro si dissocia…/ Tu non puoi
non essere/ Tu devi essere,/ pure se il
Nulla è il tuo oceano». Questo groviglio
di luce e di tenebra aveva la sua
raffigurazione emblematica nel Cristo
crocifisso («Fede vera è il venerdì
santo/ quando Tu non c’eri lassù») e
padre David ne era stato attratto come
da un gorgo avvinghiante.
Già lo era stato nelle sue poesie
precedenti. Eccone qualche esempio:
«E Tu, Tu, o Assente, mia lontanissima
sponda… Mio Dio assente lontano…
Ma Lui, Lui sempre lontano,
invisibile… La tua assenza ci desola…
All’incontro cercato nessuno
giunge… Notte fonda, notte oscura
ci fascia – nera sindone – se tu non
accendi il tuo lume, Signore!… Ma
tu, Signore, sei bianca statua di marmo
nella notte… Un Dio che pena nel
cuore dell’uomo…».
Eppure fino al giorno precedente
la sua morte, il 5 febbraio 1992, nella
clinica milanese “San Pio X” dei Camilliani,
pur in mezzo ai dolori atroci
non più controllabili dalle terapie, aveva
ancora continuato a dedicarsi a
un’ulteriore ripresa del Salterio (era
giunto al Salmo 13: «Fino a quando,
Signore, continuerai a dimenticarmi…?
»). Due giorni prima, il 4 febbraio,
aveva concelebrato la Messa domenicale
della Giornata della vita, trasmessa
in televisione proprio dalla clinica, e
nel pomeriggio l’avevo sentito telefonicamente
per l’ultima volta.
Vorrei, allora, concludere con una
forte testimonianza personale che è
un po’ il suggello della nostra amicizia
profonda, umana e spirituale. È un po’
la “sorpresa” estrema che egli volle riservarmi.
Infatti alla sua opera teologica
postuma, Il dramma è Dio (ma il titolo
originale era Il dramma è di Dio), aveva
apposto una lettera a me destinata, ma
che aveva voluto rimanesse segreta
fino al momento della pubblicazione
del libro. La lessi, perciò, quando ricevetti
l’opera stampata ed egli era morto
da un paio di mesi. Eccone il testo, datato
“Festa dell’Ascensione 1991”.
«Gianfranco, mi perdonerai di chiamarti
sempre così: amico delle mie
– delle nostre – domeniche. È per riconoscenza
di questa amicizia e di quei
nostri conversari, nell’atrio della tua
casa, smentendo che quella sia l’ora del
“demone meridiano” (tanta invece era
la serenità e la gioia di quei nostri amati
colloqui); è per sdebitarmi, dico, del
dono di una così ricca amicizia che
ora ti dedico questo lavoro… convinto
che mi perdonerai di aver osato apparire
come un invasore del tuo campo
biblico. Ma tu sai che non è vero. Tu più
di altri sai con quanto timore e tremore
mi accosto a questi abissi; e quanto mi
conforta il rispetto verso di voi, insostituibili
interpreti. È poi noto che scrivo
soprattutto per gli amici…; per gli amici
antichi, quelli della resistenza per
l’“Uomo”: presenze che sempre evoco
nelle mie dediche, al fine di continuare
appunto a “resistere”».
LE CELEBRAZIONI. TRE MESI DI INCONTRI ED EVENTI PER RICORDARLOIn occasione del centenario della nascita di padre David Maria Turoldo – avvenuta a Coderno (Udine) il 22 novembre 1916 – sono stati organ
In occasione del centenario della
nascita di padre David Maria Turoldo
– avvenuta a Coderno (Udine)
il 22 novembre 1916 – sono stati
organizzati una serie di eventi
sulla figura del sacerdote-poeta.
Facendo riferimento al Premio
nazionale di poesia religiosa
di Camposampiero (Padova)
intestato allo stesso Turoldo
e giunto alla XXIII edizione e con la
collaborazione del Centro culturale
San Paolo di Vicenza, le città
di Vicenza, Padova, Udine e i paesi
Camposampiero e Marano Vicentino
ospiteranno l’iniziativa “David Maria
Turoldo: incontri nel centenario
della nascita”, in programma da
novembre fino a febbraio dell’anno
prossimo. Verranno proiettati film,
presentati libri, celebrate Messe,
eseguiti concerti, svolti incontri
per conoscere il profilo biografico
e i contenuti dell’opera di Turoldo,
coinvolgendo gli studiosi che più
hanno approfondito il suo percorso.
Per informazioni:
www.centroculturalesanpaolo.org