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giovedì 07 novembre 2024
 
film per la famiglia
 

«L’ultimo Garfield è un inno alla paternità»

04/05/2024  È un gatto diverso da quello che conosciamo il protagonista del film nei cinema dal primo maggio “Garfield. Una missione gustosa”. Lo ricordiamo pigro, viziato e irriverente. E, invece, lo riscopriamo docile e disposto al perdono, soprattutto con suo padre Vic. Il critico cinematrografico Gianluca Arnone ci spiega perché vale la pena di andare a vederlo

Il critico cinematografico e caporedattore di Cinematrografo, Gianluca Arnone 44 anni
Il critico cinematografico e caporedattore di Cinematrografo, Gianluca Arnone 44 anni

Se pensate a Garfield come il gattone sornione un po’ scorretto, tutto rutti e parolacce resterete stupiti dall’ultima prova Garfield. Una missione gustosa al cinema dal primo maggio. In cui - brevemente- Garfield, il famosissimo gatto di casa che odia il lunedì e ama le lasagne, sta per vivere una scatenata avventura all'aperto! Dopo l'inaspettato incontro con il padre perduto da tempo, il trasandato gatto di strada Vic, Garfield e il suo amico canino Odie sono costretti a lasciare la loro vita piena di comodità per unirsi a Vic in un'esilarante rapina ad alto rischio.

Un film bello e divertente, perché, competenti o meno in campo cinematografico, quel che conta come ci dice il caporedattore e critico cinematografico di Cinematografo Gianluca Arnone «la prima sensazione è quella istintiva». E questo film istintivamente piace perché fa ridere, coinvolge, fa riflettere, appassiona ed entusiasma. «È un cartone animato che arriva a grandi piccini».

Arnone l’ha visto col figlio di sei anni «a parer suo è il film più bello sin qui». Ma anche Arnone stesso, che al cinema ci va per mestiere, è rimasto favorevolmente colpito «per la leggerezza - nonostante i temi semiseri della paternità e della seconda occasione; e per l’eco slapstick alla Tom & Jerry e alla Bee Beep. È un film pirotecnico nella costruzione e nell’intreccio, dove i personaggi si fanno male, ma non si fanno mai male fino in fondo, sia fisicamente sia moralmente. È un film riconciliante e questo è il suo segreto».

Jhon, il padre umano di Garfield, lo sorprende di notte con Vic, il padre peloso, mentre attingono al frigo per lo spuntino notturno
Jhon, il padre umano di Garfield, lo sorprende di notte con Vic, il padre peloso, mentre attingono al frigo per lo spuntino notturno

E poi, la seconda occasione. «Quella che Garfield dà al padre, ma anche a se stesso. Di scoprire che è altro da quel che pensa. Pigro, mangione viziato qui invece vive l’avventura di mettersi in gioco e scopre lui stesso che ci può essere un Garfield diverso da quello che aveva conosciuto. Completa la sua conoscenza. È il Garfield che perdona il vero tratto del personaggio e del film. Molto più maturo di come lo ricordiamo». Poi certo, resta qualcosa di “scorretto”: «non solo in Catflix, la piattaforma preferita da Garfield strizzando l’occhio al pubblico americano. Il tratto più eclatante che fa pensare a un graffietto dello sceneggiatore e del regista è che gli unici personaggi negativi sono femminili. Sia Jinx, sia la guardia della fattoria; è un ribaltamento dei ruoli, ma è curioso in un tempo come questo in cui si sta così attenti al tema genere. Tutto sempre trattato con ironia, certo. Perché è un film di padri! Jhon, il “papà” umano di Garfield, quello che lo adotta quando sembra che Vic l’abbia abbandonato, e Vic. Entrambi alla ricerca di un figlio che si perde. Entrambi disposti a riscattarlo». E cos’ il bisonte: «che insegnerà loro a entrare e uscire sani e salvi dalla fattoria. Un concetto di custodia e cura di nuovo molto paterno».

L’ultima citazione esplicita è quella a Mission impossible: «nella scena del treno! “Solo io e Tom Cruise”, dirà Garfield, “non abbiamo bisogno dello stuntaman”. Con una chiara allusione al cinema d’avventura di cui Mission Impossible rappresenta l’apoteosi».

il trailer

  

 
 
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