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giovedì 10 ottobre 2024
 
 

Lussuria, se l'amore diventa vizio

04/12/2012  Il rapporto deformato con il corpo e la sessualità, due doni di Dio. E' il tema del nuovo libro di Enzo Bianchi. E ha ispirato artisti come Giotto, Rubens e Chagall.

La televisione, il cinema e la pubblicità la richiamano in maniera ossessiva tramite parole, immagini, ammiccamenti. La sessualità è svilita. Strumentalizzata. Si fa lussuria. Eppure, è un dono bellissimo che Dio rinnova di continuo all’uomo e alla donna: la possibilità di darsi l’un l’altra, in un armonico intreccio di anima e corpo. Quando, però, si trasforma in vizio, la sessualità deforma il linguaggio dell’amore rendendolo passione incontrollata ed egoistica.

Nei secoli, l’arte ha rappresentato questoprocesso. Dall’antichità fino a un contemporaneo come Aligi Sassu l’ha fatto spesso in termini crudi. Troviamo scene di lussuria nelle figure rosse su fondo nero dei vasi greci ed etruschi così come negli affreschi pompeiani. E se l’arte profana, a tutte le latitudini (pensiamo al kamasutra indiano), propone il sesso come raffinato piacere, l’arte cristiana esalta l’amore, indica la castità come disciplina, condanna la lussuria e coloro che se ne rendono protagonisti: le immagini scolpite nei portali delle cattedrali gotiche e gli affreschi del Giudizio universale – di Giotto a Padova, di Signorelli a Orvieto e di Michelangelo nella Sistina – ammoniscono i fedeli attraverso la visione di demoni che, nell’inferno, torturano i peccatori con sferze e uncini.

Ma l’arte cristiana è la stessa che, fin dai primi secoli, e in maniera specifica dal Rinascimento in poi, ha esaltato al massimo il valore del corpo. E ciò in obbedienza al racconto biblico. Dio, infatti, ha creato l’uomo e la donna come maschio e femmina a sua immagine e somiglianza. Così, dai mosaici di Monreale (XIII e XIV secolo) al trittico del Giardino delle delizie di Hieronymus Bosch (XVI secolo), viene mostrata la bellezza del Paradiso terrestre in cui uomo e donna vivevano in uno stato di purezza che si esprimeva proprio nella loro nudità fisica. È il peccato che fa sorgere in loro la consapevolezza d’essere nudi: solo allora intrecciano foglie di fico per nascondersia Dio e quando vengono cacciati dal Paradiso terrestre, come Masaccio ci mostra nell’affresco della cappella Brancacci di Firenze, Dio non li abbandona ma fa loro dei vestiti, segno del suo amore paterno.

Le pagine della Bibbia, dalla Genesi all’Esodo e, via via, fino al Nuovo Testamento, offrono all’arte spunti preziosi sul tema della lussuria. L’immagine della casta Susanna al bagno desiderata da due vecchi preda di un’incontrollata libidine ha attratto artisti del calibro di Tintoretto, Guercino, Veronese, Lotto, Rubens, i quali colgono l’occasione per celebrare la pudica bellezza del corpo femminile che si nasconde a sguardi indiscreti. Lo stesso motivo si ripete in un altro episodio biblico: Davide, profeta e re d’Israele, concupisce la giovane e attraente Betsabea, moglie del suo valoroso generale Uria; per lei Davide, da concubino, si farà omicida mandando il marito a morire in battaglia.

L’olandese Rembrandt ci regala una splendidae regale Betsabea, preziosa e incorruttibile. Nel Nuovo Testamento Gesù va oltre il nono Comandamento (Non desiderare la donna d’altri) proponendo l’ideale di perfezione evangelica: «Chi guarda una donnaper desiderarla, ha già commesso adulteriocon lei nel suo cuore» (Matteo 5,28). Nel Novecento sarà un pittore ebreo, Marc Chagall, a fa volare alto l’amore umano riuscendo,tramite le sue immagini del Cantico dei cantici,a sposare purezza e passione.

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