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sabato 05 ottobre 2024
 
giornata mondiale dell'acqua
 

"Acqua è vita", la nuova fase della campagna di LVIA in aiuto dell'Africa subsahariana

22/03/2024  Attraverso questa campagna, lanciata per la prima volta vent'anni fa e da allora mai interrotta, l'Associazione Internazionale Volontari Laici punta a garantire nei prossimi 5 anni l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici a 500.000 persone nell’Africa subsahariana. L’obiettivo è raccogliere i fondi per un totale di 3 milioni di euro grazie al coinvolgimento di cittadini e imprese

Persone che raccolgono acqua da un pozzo in Etiopia (foto di LVIA).
Persone che raccolgono acqua da un pozzo in Etiopia (foto di LVIA).

Tracce di microplastica nell’acqua in bottiglia, siccità prolungate e fuori stagione, intere popolazioni che a causa di guerre e conflitti sono private della possibilità di lavarsi e, peggio ancora, di bere. Di notizie intorno all’inquinamento dell’acqua, o alla sua scarsità in certe zone del mondo, ne abbiamo sentite a iosa in questi ultimi anni. I dati a disposizione ce lo gridano in faccia in ogni modo: solo nel 2022 sono state 2,2 miliardi le persone che non hanno avuto a disposizione acqua potabile, 3,5 miliardi quelle prive di servizi igienici adeguati e altre 2,2 miliardi quelle sprovviste lavandini per pulirsi le mani. Di queste, moltissime si trovano nei Paesi africani, dove ancora oggi non si può parlare di equa distribuzione delle risorse idriche.

In occasione del World Water Day, la Giornata Internazionale dedicata all’Acqua istituita dalle Nazioni Unite il 22 marzo 1992, l’Associazione Internazionale Volontari Laici (LVIA) lancia la nuova fase della campagna “Acqua è Vita”, che vuole garantire nei prossimi 5 anni l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici per 500.000 persone nell’Africa sub-sahariana. L’obiettivo è raccogliere i fondi per un totale di 3 milioni di euro grazie al coinvolgimento di cittadini e imprese.

«L’impegno sull’acqua è uno dei più importanti e allo stesso tempo maggiormente disattesi dalla comunità internazionale», ha spiegato Alberto Valmaggia, presidente di LVIA. «Come ci ricordano quest’anno le Nazioni Unite, l’impegno per l’acqua è un impegno per la pace. Non possiamo lasciarlo cadere nel vuoto con la situazione di pace tragicamente violata che il mondo sta vivendo».

Il nuovo step della campagna, lanciata per la prima volta vent’anni fa e da allora mai interrotta, coinvolge 6 dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030. Al primo posto c’è il miglioramento delle condizioni di vita delle persone, in particolare dei bambini più gravemente colpiti dalle malattie legate all’acqua ed alla scarsa igiene, nonché il miglioramento della loro alimentazione. Per farlo, sono previste la realizzazione o riabilitazione di infrastrutture idriche, la formazione economico-gestionale e tecnica su manutenzione, monitoraggio e raccolta dati con leader comunitari, operatori distrettuali e membri dei Comitati di Gestione dell’Acqua, il miglioramento dell’accesso ai servizi igienici (a livello comunitario e nelle istituzioni pubbliche), la costruzione di servizi igienici e dispositivi per lavare le mani in scuole e centri di salute per prevenire le malattie legate all’acqua, interventi di sensibilizzazione nelle comunità per migliorare le pratiche igieniche (affrontando, ad esempio, il problema della defecazione a cielo aperto), distribuzione di materiale igienico-sanitario e, in caso di emergenza idrica, siccità prolungate o alluvioni in situazioni a rischio colera, l’attuazione del trattamento dell’acqua con kit di purificazione e disinfezione, con annesse manutenzioni straordinarie degli impianti idrici.

Il progetto “Acqua è Vita”, che dalla sua attivazione nel 2003 ha consentito l’accesso diretto all’acqua ad oltre 2,1 milioni di persone, nel corso del tempo ha raccolto adesioni da parte di moltissime persone in tutta Italia. Questa volta, però, sono soprattutto le imprese impegnate nel contenimento del proprio impatto ambientale che l’associazione mira a coinvolgere: a ciascuna azienda sostenitrice, infatti, LVIA riconoscerà il cosiddetto Certificato Idrico, un documento emesso a fronte di un miglioramento dell’accesso ad acqua ed igiene che potrà essere usato dall’imprese nei propri bilanci di sostenibilità per dimostrare l’impegno a migliorare le condizioni del pianeta.

«Oggi molte imprese sono attente al tema della sostenibilità e cercano opportunità per offrire il proprio contributo», ha detto il segretario generale Riccardo Moro. «Una collaborazione a ridurre una disuguaglianza così scandalosa come quella dell’accesso all’acqua e ai servizi igienici può essere una modalità virtuosa per tradurre quella sensibilità in azione concreta nella prospettiva della Agenda 2030».

(Foto in alto di LVIA: lunghe code per la raccolta dell'acqua potabile in Etiopia)

 

 
 
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