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giovedì 17 aprile 2025
 
Sentenza Ue
 

Ma brevettare l'uomo è come ridurlo a un oggetto

19/12/2014  Un ovulo umano manipolato ma non fecondato può essere brevettato a fini industriali e commerciali, e ciò sulla base del fatto che non è qualificabile come "embrione umano". Il verdetto della Corte di giustizia europea apre scenari inquietanti perché ignora i possibili sviluppi. Compreso un commercio di ovociti

La sentenza della Corte di giustizia europea, ribaltando il verdetto dell’ottobre 2011 con cui aveva detto no alla brevettabilità delle cellule ottenute da embrioni umani, ha accolto il ricorso dell’International Stem Cell Corporation, un’azienda californiana specializzata in biotecnologia, affermando che un organismo sviluppato a partire da un ovocita umano è in linea di principio brevettabile perché tecnicamente non si tratta di un embrione.

È un passo ulteriore e assai preoccupante verso la riduzione dell’umano a oggetto per almeno due motivi: il primo è che è assurdo e pericoloso brevettare del materiale, al pari di un nuovo modello di computer o smartphone, che ha origine dal corpo umano. Il secondo è che nessuno, dal punto di vista scientifico, può garantire che questo “ovocita modificato”, il partenòta, non possa in futuro essere sottoposto a esperimenti per ottenere, al posto di un grumo di cellule, un essere vivente anche senza il contatto col gamete maschile. Dieci anni fa in Giappone con il processo di partenogenesi è stato fatto nascere un mammifero, una topolina, dopo quasi 500 tentativi.
Quando c’è di mezzo l’essere umano la precauzione non è mai troppa.

Inoltre, la normativa fa una distinzione tra “scoperta”, che non può essere brevettata, e “invenzione”, che invece può esserlo perché implica l’intervento dell’ingegno umano. Organi, cellule e varie parti del corpo umano così come sono in natura non possono essere brevettati e quindi un ovocita in quanto tale è escluso dalla brevettabilità.

Ma se su quest’ovocita intervengono esperimenti o procedure di isolamento e manipolazione che succede?
Le manipolazioni possibili sono tantissime, di molte neanche gli scienziati conoscono l’esito. Ecco perché la sentenza della Corte Ue è ambigua e imprudente: apre scenari inquietanti, a cominciare dalla possibilità di commerciare gli ovociti artificiali  per la fecondazione eterologa senza fare ricorso alle donatrici.

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