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domenica 27 aprile 2025
 
 

«Ma è giusto lasciare il bambino ai nonni quando lavoro?»

31/05/2018  Una neo mamma che lavora lascia il bambino dai nonni. E lo fa tra mille dubbi. Nella risposta di Alberto Pellai, nessuna colpevolizzazione, ma lodi ai nonni per il loro impegno e l'invito a chi scrive godere senza ansia il tempo che sta con suo figlio.

Sono mamma di un bimbo di 3 mesi. È il mio primo figlio e vorrei sbagliare il meno possibile. Sono cresciuta in un ambiente sportivo, ho dedicato molto tempo ed energie allo sport agonistico e ho idee abbastanza “quadrate”. Tutti i giorni devo lasciare il bambino per quasi tre ore ai miei genitori perché ho bisogno di lavorare. Ma quando torno a riprenderlo mi faccio mille domande: sinceramente non so se faccio una cosa giusta a “lasciarlo” senza di me ogni giorno seppur per poche ore. In fondo penso sia giusto abituarlo a quello che sarà la normalità tra qualche mese, considerato che dovrò ricominciare a lavorare a tempo pieno.

LUCE

— Cara Luce, partiamo dal dato di fatto: come scrivi, «tu hai bisogno di lavorare». Perciò, la questione non esiste. Se non puoi fare a meno delle 2-3 ore di lavoro che svolgi tutti i giorni, direi che sottoporsi a un milione di dubbi e pensieri sull’opportunità o meno della tua scelta sia per te fuorviante. Come dice il proverbio: “Di necessità si fa virtù”. Allora il mio consiglio per te è di affidare con serenità e fiducia il tuo bambino alla nonna e poi, una volta che lo vai a riprendere, di godere il più possibile il tempo e la relazione con lui. Tre ore con i nonni è un tempo di separazione più che sopportabile per il tuo bambino, che si sentirà protetto in quel breve periodo da loro e non da te. È chiaro che lui si accorgerà della differenza tra l’abbraccio della mamma e quello della nonna. E se potesse scegliere e parlare ti direbbe che lui preferirebbe vivere 24 ore al giorno accanto a te. È la legge della natura. Del resto, però, non c’è nulla di brutto né di doloroso nell’essere accudito dalla nonna per qualche ora tutti i giorni. Se ti dovessi dare un consiglio, liberati dai tuoi pensieri pieni di preoccupazione. Le neuroscienze ci hanno dimostrato che tra mamma e bambino è fondamentale sviluppare una relazione basata sulla sintonia emotiva. La mamma deve essere in grado di “sentire” quello che sente il proprio bambino quando ce l’ha in braccio. Se così succede, nella mente di mamma e bambino si attivano le medesime reti neuronali: si tratta dei cosiddetti “neuroni specchio” che determinano la nostra capacità di provare empatia. Lo spiegano molto bene G. Rizzolatti e A. Gnoli nel bellissimo saggio: In te mi specchio: per una scienza dell’empatia (Rizzoli). È anche sulla base dell’importanza dei neuroni mirror che ti consiglio di non avere pensieri inutili e preoccupati quando sei in presenza del tuo bambino. Impara a vivere il “qui e ora” quando sei accanto a lui e non lasciarti travolgere da un’ansia inutile, in relazione a qualcosa che non puoi cambiare. E sii grata alla nonna che, in tua assenza, saprà offrire al tuo bambino una presenza affidabile e sorridente, protettiva e soprattutto… empatica.

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