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mercoledì 18 settembre 2024
 
Tecnologia a scuola
 

«Ma il tablet a scuola è proprio necessario?»

16/11/2018 

Cara professoressa, a settembre la scuola elementare di mio figlio ha chiesto alle famiglie di acquistare un tablet come strumento didattico. Subito mi sono posta molte domande: in primo luogo, quali sono i benefici che può dare a bimbi di seconda elementare? E poi, molte questioni legate alla responsabilità in merito all’utilizzo: come vengono gestiti in classe i tablet? Chi è responsabile nel caso in cui i bambini accedessero più o meno volutamente a siti non proprio indicati per loro?

ROSALBA

Cara Rosalba, probabilmente l’Istituto che hai scelto di far frequentare a tuo figlio ambisce a essere al passo con le indicazioni ministeriali. Risale al gennaio di quest’anno, infatti, la diffusione da parte del ministero dell’Istruzione di un decalogo per l’uso dei dispositivi mobili a scuola. In sintesi, dieci punti che partono da un elogio del cambiamento, proseguono con un’associazione stretta tra rinnovamento della scuola e utilizzo della tecnologia digitale, promuovono strumenti visti come mezzo e non come fine, chiudono con un invito all’uso critico della tecnologia, con l’educazione alla cittadinanza digitale. Ma soprattutto lasciano la scelta agli insegnanti, nei modi e nei tempi che ritengono opportuni, nell’ottica sempre di un’alleanza educativa con le famiglie. Certamente se si sceglie di usare i tablet si pensa a qualche beneficio: la riduzione del numero di testi scolastici da mettere in cartella, per esempio, oppure la messa in atto di una didattica necessariamente chiamata ad abbandonare la lezione frontale. I dubbi, però, sono tanti e restano. Intanto non c’è nessuna evidenza scientifica che la tecnologia migliori i livelli di apprendimento, con un dibattito che resta aperto anche in Paesi del Nord Europa in cui ci si è spinti molto avanti nella digitalizzazione. Sembrerebbe invece che l’uso di libri di carta da toccare, annusare, localizzare nello spazio aumenti la memorizzazione dei contenuti. E poi ci sono le componenti distrazione e controllo: è necessario che l’accesso alla rete sia limitato nel tempo, che ci sia sorveglianza sulle App scaricate. I docenti sono senz’altro responsabili dell’uso che di un dispositivo del genere si fa in classe. In fondo è come dare in mano una Ferrari a chi sta appena cominciando a prendere la patente: è un notevole rischio. Mentre leggevo la tua lettera ho pensato alle molte scuole in cui si impara a usar bene le mani, si insegna a contare partendo dai chicchi di mais coltivato nell’orto. Parla con la segreteria, con la preside, chiedi dettagli e spiegazioni: accertati bene che il nuovo non escluda tutto il resto.

 
 
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