Don Fortunato Di Noto
“Mi pare che il documento della Commissione Onu pecchi di ideologizzazione”. E’ il primo commento di don Fortunato Di Noto, prete siciliano, presidente nonché fondatore di Meter, una vita impegnata contro gli abusi sui minori e la pedofilia. “Certamente, il passato non si deve dimenticare e neanche gli errori commessi, ma è una pagina chiusa. E’ accaduto che diocesi e vescovi abbiano agito coprendo sacerdoti che si erano macchiati di abusi. Ma è altrettanto vero che da almeno una decina d’anni, grazie all’intervento di due pontefici, si sia voltato pagina. Oggi un consacrato che viene riconosciuto responsabile di atti di pedofilia viene ridotto allo stato laicale. Punto e basta”.
Il sacerdote, conosciuto in tutt’Italia per le sue numerose battaglie contro il dilagante fenomeno della pedopornografia, osserva ancora come sia cambiato l’atteggiamento delle gerarchie cattoliche sul delicato problema: “Non s’è messa la testa sotto la sabbia, ma, sebbene con fatica, si sono studiate le misure migliori per evitare il reiterarsi dei reati su nuove vittime innocenti. Ricordo solo la creazione di tante commissioni diocesane ad hoc in giro per il mondo e l’attenzione sulla questione posta all’interno degli itinerari formativi nei seminari. Molto resta da fare ancora, ma un processo virtuoso è partito”. D’altra parte, osserva anocora don Di Noto, la via maestra l’ha indicata papa Francesco quando ha detto che il cristiano e la Chiesa non possono che dare sempre l’esempio. “Se è vero che la Chiesa è ‘luce delle genti’ - conclude Di Noto - non può non far luce anche su questo aspetto che coinvolge i fondamentali diritti dei minori”.
Meter, l’associazione da lui presieduta, si batte dal 1989 per la tutela dei bambini, con il costante monitoraggio della rete in collaborazione con le forze dell’ordine; in questi anni ha aperto sportelli informativi e centri d’accoglienza per le vittime degli abusi sessuali e ha lanciato la “Giornata Bambini Vittime della violenza, dell'indifferenza e dello sfruttamento”.
E’ di questi giorni la notizia (vedi il servizio su famigliacristiana.it del 5/2/2014) che l’associazione potrebbe chiudere i battenti per il blocco dei fondi della Regione Sicilia. I cinque dipendenti di Meter sono già stati licenziati.
Chi volesse aiutare economicamente Meter onlus può farlo utilizzando il conto corrente postale (IBAN Postale: IT 44 M076 0117 1000 0003 7700 408 - BIC: BPPIITRRXXX) o versando offerte tramite bollettino di conto corrente postale n. 37 700 408 ovvero, infine, usando l'IBAN Bancario: IT 64 P030 6984 6301 0000 0003 066 - BIC: BCITITMM.