E' uno degli ultimi tre luoghi al mondo dove ancora oggi, come duemila anni fa, si parla l'aramaico, la lingua di Gesù. Maaloula è un antichissimo paese a circa 60 chilometri a nord di Damasco, a breve distanza dal confine con il Libano, una piccola comunità cristiana - abitata soprattutto da greco-cattolici - incastonata fra due montagne, simbolo di convivenza tra le fedi e centro vitale della cristianità nel Medio Oriente, dove «case e chiese si confondono le une con le altre», come hanno spiegato alcuni abitanti locali all'agenzia Fides. Qui tutto parla di antichità, a partire dalle case scavate nella roccia, addossate l'una sull'altra.
Nel 2008 Bashar al Assad e sua moglie Asma si recarono a Maaloula e visitarono il monastero di Santa Tecla, dove celebrarono la Pasqua con i piccoli orfani che lì vengono cresciuti ed educati dalle monache. Nello stesso anno, Assad tornò a Maaloula con l'ex presidente Usa e Nobel per la pace Jimmy Carter. Eventi ed immagini di un altro tempo, lontani anni luce dallo strazio e dal martirio che il Paese ora sta subendo.
Oggi, questa comunità unica al mondo, classificata come Patrimonio dell'umanità dall'Unesco, vive sotto la minaccia della distruzione: come ha raccontato un sacerdote del luogo ad Asianews, gruppi armati di estremisti islamici hanno preso di mira il villaggio e hanno cominciato a distruggere le case. Moltissimi abitanti sono stati costretti a fuggire e solo poche centinaia di cristiani, soprattutto i giovani, sono rimasti per difendere le loro abitazioni. Maaloula è famosa per alcuni importanti santuari, meta di pellegrinaggi: oltre al monastero di Santa Tecla, abitato da monache ortodosse, il convento di San Sergio che ospita preti melkiti (greco-ortodossi), arroccato sulla cima di un monte. Il sacerdote ha raccontato che i gruppi armati hanno distrutto le croci della cupola di San Sergio. Ma la maggioranza della comunità islamica locale - ha commentato - è ancora con i cristiani: «Lo sheick ha condannato gli attacchi affermando che quanto sta avvenendo è contro l'islam».
A Maaloula si prega e si spera, in comunione con papa Francesco. Il patriarca melkita Gregorio III Laham ha riferito a Fides che il 7 settembre i cristiani vivranno la veglia di preghiera e digiuno nella Cattedrale dell'Assunzione di Maria a Damasco. La comunità cristiana siriana lancia un forte e accorato appello a salvare Maaloula, simbolo della cristianità ma anche di quell'esemplare rispetto e di quella pacifica coabitazione tra le confessioni che ha attraversato tutta la storia della Siria. E che le minoranze religiose nel Paese ora temono di vedere seppellita dalla violenza e dall'orrore del conflitto.