(Foto Reuters)
Tempi bui per Emmanuel Macron. Sembra un lontano ricordo l'esultanza del maggio 2017, quando, leader del movimento centrista Republique en marche! nato appena un anno prima, era stato eletto presidente di Francia con più del 66% dei consensi, sbaragliando l'avversaria Marine Le Pen e presentandosi come volto nuovo della politica che travolge i partiti tradizionali. "Oggi inizia una nuova era di speranza e fiducia per la Francia": aveva twittato dopo la vittoria l'inquilino dell'Eliseo l'énfant prodige della politica, rampante e sicuro di sé, diventato, a 39 anni, il più giovane capo di Stato francese di sempre.
Il "sogno macroniano" è durato poco: secondo i sondaggi, ad agosto del 2018 la popolarità del presidente era caduta al 34%, un mese dopo, a settembre, è crollata addirittura al 29%, il minimo storico: il 70% degli intervistati si è detto "scontento" dell'azione del capo dello Stato. A suo sfavore un ruolo preponderante lo ha giocato certamente il movimento di protesta dei "gilet gialli" - con le conseguenti manifestazioni e gli scontri violenti dell'ala più radicale -, nato come reazione contro l’aumento dei prezzi del carburante e il costo della vita altissimo, espressione di una frustrazione e di un malcontento sociale profondi e radicati. E la perdita dei consensi da parte di Macron ha significato la progressiva risalita della leader di ultradestra Marine Le Pen con il suo Rassemblent national.
Seppur con un distacco minimo (meno dell'1%, poco più di 200mila voti), le elezioni europee hanno decretato il sorpasso del partito della sovranista Le Pen sull'europeista Republique en marche! (nonché la forte ascesa dei verdi e la scomparsa della gauche, la sinistra). Anche la stampa d'Oltralpe - da Le Point a Le nouvel observateur - sottolinea la solitudine e le inquietudini di Macron, che adesso, per reggere fino alla fine del quinquennato, dovrà mettere mano alle riforme previste, a partire dalla riforma costituzionale, già prevista ma lasciata in sospeso, e successivamente quella del sistema pensionistico. Dopo il voto europeo, Marine Le Pen ha invocato lo scioglimento del Parlamento nazionale e nuove elezioni. Una richiesta certamente eccessiva e priva di fondamento, visto il vantaggio risicato ottenuto su Republique en marche!. Ma una cosa è certa, dopo le europee Macron si prepara ad afffrontare tempi ancora più oscuri per la sua presidenza.