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La Madonna Benois di Leonardo: la Vergine con il volto di una ragazzina

27/06/2019  Dopo 35 anni il capolavoro giovanile del grande artista toscano conservato all'Ermitage di San Pietroburgo, è tornato in Italia, in mostra fino al 30 giugno a Fabriano, poi a Perugia fino alla fine di luglio.

(Foto Ansa)

Un corridoio buio, costellato di citazioni, accoglie e prepara il visitatore alla contemplazione dell’immagine di una Vergine ragazzina con il Bambino teneramente tra le sue braccia: è la Madonna Benois, capolavoro giovanile di Leonardo da Vinci. Un dipinto piccolissimo per dimensioni, eppure dirompente per la sua rappresentazione. Nell’anniversario dei 500 anni dalla morte del grande artista toscano, questo quadro è uscito dal Museo Ermitage di San Pietroburgo – dove si trova esposto accanto a un altro lavoro leonardesco, la Madonna Litta – ed è tornato dopo 35 anni in Italia, nelle Marche, alla Pinacoteca civica Molajoli di Fabriano, in una mostra curata dallo storico dell’arte Carlo Bertelli e Tatiana Kustodieva dell’Ermitage.

Al museo di San Pietroburgo il dipinto arrivò nel 1914, ceduto dall’allora proprietaria Marija Aleksandrovna Benois, moglie dell’architetto Leontij Nikolaevic Benua (Benois). Sembra che in Russia fosse stato portato da un gruppo di artisti girovaghi. Qui sarebbe stato acquistato dal nonno della Benois in un mercato d’arte ad Astrachan, e donato alla ragazza da suo padre in occasione delle sue nozze. Secondo un’altra ipotesi, pare che il più antico proprietario sia stato il generale Korsakov, collezionista d’arte.

Leonardo dipinse la Madonna Benois presumibilmente intorno al 1478, a 26 anni, e il quadro segnò l’affrancamento dell’artista dalla formazione nella bottega del maestro Verrocchio, dove era entrato dieci anni prima. La Madonna Benois è «rivoluzionaria, rompe con la tradizione», ha spiegato Carlo Bertelli. Leonardo immagina Maria come una giovane poco più che adolescente in una scena di quotidiana familiarità. Nel dipinto Maria appare con il volto di una giovane sorridente, che gioca con Gesù ritratto come un bambino corpulento, paffuto. Il contesto è l’interno di una casa, una stanza illuminata dalla luce che penetra da una finestra.

Leonardo è minuzioso nei dettagli, a partire dalle numerose pieghe del vestito di Maria che sta
seduta. Una scena familiare, casalinga, che non lascia spazio ad alcuna rappresentazione aulica, mette da parte la solennità per delineare la dimensione affettiva, la tenerezza del rapporto privilegiato fra madre e figlio. «La Madonna è scesa dal trono», ha scritto Tatiana Kustodieva, «su cui gli artisti del Quattrocento l’avevano posta e si è andata a sedere su una panca, in una stanza di una casa abitata».

«La scena è di grande complicità», ricorda Francesco Fantini, 46 anni, fabrianese, cultore di storia dell’arte.«Alcuni hanno pensato addirittura che nel volto della Madonna Benois Leonardo volesse riprodurre l’immagine di sua madre, che lui perse molto presto. Resta il fatto che l’artista ha apposto
l’aureola alla Madre e al Bambino, a sottolineare senza dubbio la santità delle due figure». Aggiunge Fantini: «La finestra aperta si apre verso l’infinito e l’indefinito. Un motivo molto presente in Leonardo: l’assenza di punti di riferimento geografici e contestuali. La finestra si apre al mondo e riceve la luce, che non arriva da un paesaggio contestualizzato e definito». La Madonna porge a Gesù un fiore a quattro petali. «È una crucifera, un simbolo, come a presagire che quel bambino avrà nel suo futuro la croce». La cornice, successiva al dipinto, completa l’opera: «Il quadro sembra prendere forma, quasi come se la Madonna e il Bambino si muovessero e uscissero dalla scena».

Dal punto di vista tecnico, la Madonna Benois ha subìto un processo di restauro particolare, che ha modificato la struttura originale. «Il dipinto nasce come olio su tavola lignea, trasferito su tela nel 1824 da un restauratore russo», ricorda Francesca Castellani, 41 anni, restauratrice di opere d’arte e guida alla Pinacoteca civica. «Una pratica di restauro molto invasiva, che si ottiene togliendo pian piano le sezioni lignee, ma parte dell’imprimitura originale è andata perduta. Il legno è un materiale del tutto diverso dalla tela e la pittura risponde alle due strutture in modi differenti. Con questa tecnica si perde molto della struttura pittorica originaria, che è sottilissima. Questo tipo di restauro fu usato molto in Nord Europa e Russia nell’Ottocento, ma oggi è considerato obsoleto e del tutto superato».

La Madonna Benois è arrivata alla Pinacoteca civica di Fabriano in occasione della XIII Conferenza annuale delle Città creative dell’Unesco che si è svolta dal 10 al 15 giugno nella cittadina appenninica. Qui resta fino al 30 giugno, fino alla fine di luglio è esposta alla Galleria nazionale dell’Umbria a Perugia, per poi tornare al suo posto tra le collezioni dell’Ermitage.

 
 
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