Madre Teresa fu beatificata da Giovanni Paolo II nel 2003
Domenica scorsa all’Angelus papa Francesco aveva invocato madre Teresa di Calcutta pregandola di accompagnare «in paradiso queste sue figlie martiri della carità», e intercedere «per la pace e il sacro rispetto della vita umana». Si riferiva alle quattro suore Missionarie della Carità uccise in un attentato terroristico ad Aden, in Yemen, mentre assistevano gli anziani in una casa famiglia. Mentre è del settembre scorso la notizia che Madre Teresa sarebbe stata canonizzata nel corso di quest’anno giubilare. Ora è arrivato l’annuncio ufficiale. Il Papa infatti firmerà il 15 marzo il decreto per la canonizzazione della piccola suora icona dell'amore cristiano per i «più poveri tra i poveri». Tra le date possibili per la proclamazione di santità si indica domenica 4 settembre (l'anniversario della morte è il 5 settembre), mentre da giorni i vescovi indiani chiedono la canonizzazione avvenga a Calcutta. La cerimonia può essere celebrata solo dal Papa, e fino ad oggi il Vaticano ha smentito progetti di viaggi apostolici in India. «Quello che noi facciamo è solo una goccia nell'oceano, ma se non lo facessimo, l'oceano avrebbe una goccia di meno», era una convinzione di madre Teresa.
Madre Teresa sarà anche il primo premio Nobel (vinse quello della pace nel 1979) a diventare santa. Nata in Albania il 27 agosto del 1910 con il nome di Agnese Gonxha Bojaxhiu, divenuta suora a 18 anni e trasferitasi in India, vi scoprì la vocazione per gli ultimi, color che morivano, abbandonati, per strada. Figura straordinaria – ha avuto, tra i tanti, anche l'Ordine del Merito, dalla regina Elisabetta nel 1983, la medaglia d'oro del Comitato del Soviet per la pace nel 1987 e la medaglia d'oro del Congresso degli Stati Uniti nel 1997 – quando è morta ha avuto l'omaggio di centinaia di migliaia di diseredati e un milione di persone hanno partecipato al suo funerale. Soffrì anche, in segreto, di un senso di «assenza di Dio», di «oscurità», come raccontò il postulatore della sua causa, padre Brian Kolodiejchuk. «Una volta che Madre Teresa ebbe iniziato la sua missione nelle strade di Calcutta, una nuova dimensione venne a caratterizzare la sua esperienza interiore: non sentiva più l'intensa unione con Gesù che aveva sperimentato in precedenza. Alla consolazione della presenza sensibile subentrò la sensazione di essere separata da Lui. In questa struggente percezione dell'assenza di Dio, il desiderio di Lui divenne ancor più acuto e desolante. Era unita a Lui in un ardente anelito ma nell'assoluta oscurità e fu spinta, così, ad abbandonarsi a Lui con cieca fiducia». Madre Teresa è stata beatificata nel 2003 da papa Wojtyla, che in un primo tempo aveva pensato di canonizzarla direttamente, ma era stato sconsigliato dai cardinali. Il Papa polacco aveva invece fatto partire subito la causa di beatificazione, derogando ai cinque anni dalla morte richiesti dal codice di diritto canonico. Al momento della beatificazione, una indagine svolta dall'Eurispes la vedeva al primo posto tra i miti che affascinano le nuove generazioni, con il 25% delle scelte indicate da mille ragazzi tra i 12 e i 24 anni.
Chi sono gli altri santi
Nel concistoro del 15 marzo il Papa firmerà anche i decreti per la canonizzazione di Giuseppe Sanchez del Rio, Stanislao di Gesù Maria (al secolo Giovanni Papczynski), Giuseppe Gabriele del rosario Brochero e Maria Elisabetta Hesselblad. Brochero, soprannominato Cura Gaucho o Cura Brochero, sarà il primo santo nato e morto in Argentina, il Paese natale di papa Francesco. Brochero, un sacerdote nato nel 1840 e morto nel 1914 in odore di santità, è stato proclamato beato il 14 settembre 2013.