Fuggono da guerre, persecuzioni e violenze: secondo il rapporto annuale dell'Unhcr “Global Trends” (Tendenze globali), nel 2015 i rifugiati nel mondo sono stati 65,3 milioni, inclusi 3,2 milioni di persone che erano in attesa di decisione sulle loro richieste di asilo nei paesi industrializzati. 21,3 milioni sono approdati in altri paesi rispetto a quelli di origine (1,8 milioni in più rispetto al 2014 e il dato più alto dall'inizio degli anni '90), mentre 40,8 milioni di persone costrette a fuggire dalle proprie case si trovavano ancora all'interno dei confini dei loro Paesi (il numero più alto mai registrato, in aumento di 2,6 milioni rispetto al 2014). È la prima volta che la soglia di 60 milioni è stata superata. Circa la metà dei rifugiati di tutto il mondo sono bambini e la guerra in Siria - afferma l'Unhcr - resta la principale causa mondiale di fuga. Lo scorso anno un milione sono approdati in Europa attraverso il Mediterraneo, e 3.771 sono morti nella traversata. Un’autentica strage. Solo nel 2015, in Italia, sono stati 153.842 gli arrivi di migranti e rifugiati via mare mentre in questi primi mesi del 2016 quasi 52mila gli arrivi e 2.859 i morti e si prevede che questo numero aumenti vertiginosamente nei prossimi giorni e con esso anche il rischio di altre perdite di vite umane in mare. Oggi è la Giornata mondiale del rifugiato, il momento, ha detto il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon «per fare il punto dell'impatto devastante di guerre e persecuzioni, ma anche per rendere omaggio alle comunità e agli Stati che ricevono e ospitano i profughi. L'aumento della xenofobia e delle restrizioni in materia di accesso all'asilo sono diventati sempre più visibili in alcune regioni, dove lo spirito di condivisione delle responsabilità è stato sostituito dall'intolleranza», ha concluso Ban, sottolineando però che in molti paesi ci sono state «straordinarie manifestazioni di solidarietà».Un nuovo appello ad accogliere i rifugiati e a considerarli come tutti noi è arrivato dal Papa nell’Angelus del 19 giugno. «I rifugiati sono persone come tutti, ma alle quali la guerra ha tolto casa, lavoro, parenti, amici. Le loro storie e i loro voltiۚ» ha detto Papa Francesco «ci chiamano a rinnovare l'impegno per costruire la pace nella giustizia. Per questo vogliamo stare con loro: incontrarli, accoglierli, ascoltarli, per diventare insieme artigiani di pace».