«Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo». È questa la citazione di Malala Yousafzai per traccia di attualità proposta ai ragazzi che stanno affrontando da stamattina l'esame di Maturità. Malala, 18 anni il prossimo luglio, è un'attivista pakistana, la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la pace, grazie al suo impegno per l'affermazione dei diritti civili e per il diritto all'istruzione delle donne della città di Mingora, nella valle dello Swat, bandito da un editto dei talebani.
A 11 anni era diventata celebre per il suo blog sulla BBC nel quale documentava il regime dei talebani pakistani, contrari ai diritti delle donne. Il 9 ottobre 2012 era stata gravemente colpita alla testa da uomini armati saliti a bordo del pullman scolastico su cui lei tornava a casa da scuola: ricoverata nell'ospedale militare di Peshawar, è sopravvissuta all'attentato dopo la rimozione chirurgica dei proiettili. Ihsanullah Ihsan, portavoce dei talebani pakistani, ha rivendicato la responsabilità dell'attentato, sostenendo che la ragazza «è il simbolo degli infedeli e dell'oscenità».
Il 12 luglio 2013, in occasione del suo sedicesimo compleanno, ha parla al Palazzo delle Nazioni Unite a New York, indossando lo scialle appartenuto a Benazir Bhutto, per due volte primo ministro del Pakistan, assassinata nel 2007 in un nuovo attacco suicida avvenuto al termine di un suo comizio a Rawalpindi, a circa 30 km dalla capitale Islamabad. Dal Palazzo di Vetro dell'Onu Malala lanciò un appello per garantire l'istruzione delle bambine e dei bambini di tutto il mondo. E nel tema di ordine generale proposto quest'anno ai maturandi si parte proprio da un brano di Malala per riflettere sul diritto all'istruzione.
Alleghiamo a questo articolo tutti i contributi del giornalisti dedicati sul nostro sito alle battaglie di Malala Yousafzai.