Fondazione Sacra Famiglia e dell’Associazione in Opera hanno coinvolto persone con disabilità o patologie psichiatriche e i detenuti in attività ricreative di confronto e condivisione all’interno del carcere. Quest’anno il progetto - che si sta concentrando sull’importanza delle emozioni, da cui prende il nome Emozioni in Opera – vede la partecipazione di cinque utenti del Centro diurno psichiatrico Il Camaleonte della Fondazione Sacra Famiglia e di circa venti detenuti, di origini italiane e straniere, all’interno del carcere di Milano-Opera.
Le attività sono cominciate seguendo l’impostazione dei percorsi terapeutici del Centro Il Camaleonte, con momenti di scambio tra i due gruppi, che hanno avuto modo di conoscersi e confrontarsi sulla percezione reciproca dell’altro, sulle proprie emozioni e su parole chiave che favorissero il dialogo, la conoscenza e l’empatia. Sono seguiti poi momenti pratici che hanno visto i partecipanti ormai affiatati impegnarsi insieme per costruire presepi e strumenti musicali all’interno del Laboratorio di Liuteria e Falegnameria della Casa di reclusione.
Pazienti e detenuti hanno potuto lavorare un materiale particolare per le proprie creazioni: presepi e strumenti sono stati infatti ricavati dal legno di alcune imbarcazioni di migranti, trasportate dal molo Favarolo di Lampedusa all’interno delle carceri per essere trasformati in oggetti di speranza grazie alla collaborazione con Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti. Le testimonianze dei partecipanti al progetto sono state raccolte da Fondazione Sacra Famiglia e dall’Associazione In Opera che hanno rilevato la condivisa soddisfazione e il beneficio emotivo ricavato dalle attività da parte di entrambi i gruppi.
Barbara Migliavacca, responsabile del Centro diurno psichiatrico Il Camaleonte di Fondazione Sacra Famiglia, ha sottolineato: “È stato molto emozionante per tutte le persone che vivono questo progetto e per tutte quelle che contribuiscono a realizzarlo. Progressivamente, abbiamo visto le barriere abbassarsi e le distanze accorciarsi tra i due gruppi. I benefici del percorso per entrambi nascono proprio dalla prossimità e dalla vicinanza emotiva che si crea. Per le persone detenute, così come per gli ospiti di Fondazione Sacra Famiglia che hanno accolto, il progetto è un’esperienza importante che aiuta ad affinare la capacità di relazionarsi in modo costruttivo ed empatico con il prossimo, oltre che a riappropriarsi di quella percezione di senso e utilità che ogni persona ha bisogno di attribuire alle proprie azioni”.