Ha trentasei anni, è in coma a causa di un'emoragia cerebrale e porta in grembo il suo bambino. La gravidanza è al momento di sole 24 settimane e i medici del Ospedale San Raffaele di Milano stanno lottando per far sì che il figlio che aspetta possa vedere la luce.
Il professor Massimo Candiani, primario della ginecologia del San Raffaele, e il professor Luigi Beretta, direttore dell'anestesia e neurorianimazione si occupano della donna dichiarata clinicamente morta. Tenteranno di arrivare il più vicino possibile vicini alla ventottesima settimana perché solo in questo modi il bambino avrà maggiori possibilità di sopravvivenza. L'équipe sta quindi lavorando per tenere la donna il più possibile stabile, perchè il feto non subisca conseguenze. L'ospedale e gli esperti, comunque, proteggono la famiglia della donna dietro uno stretto riserbo.
Non è il primo caso e sicuramente si tratta di una situazione non solo drammatica umanamente ma difficile dal punto di vista medico e scientifico.
Il caso simile più recentemente venuto alle cronache è quello di Carolina Sepe che a Lauro, in provincia di Avellino, il 25 agosto del 2013 era stata ferita gravemente da un colpo di pistola alla testa sparato da un vicino dopo continue liti per futili motivi. In coma per quattro mesi, ricoverata nel reparto rianimazione dell'ospedale Cardarelli di Napoli, è sempre stata tra la vita e la morte. Alla ventisettesima settimana ha partorito il 19 dicembre la piccola Maria Liliana. La giovane donna è poi morta il 4 gennaio.