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domenica 15 settembre 2024
 
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Mamme "equilibriste"; nel 2020 in 96.000 licenziate o penalizzate professionalmente

07/05/2021  Nell’anno del Covid, in Italia, 249.000 donne hanno perso il lavoro, di queste 96 mila sono mamme di minori, 4 su 5 con figli con meno di 5 anni. Il rapporto di Save the children da cui emerge il divario tra Nord e Sud

Le mamme con figli minorenni in Italia sono poco più di 6 milioni e nell’anno della pandemia molte di loro sono state significativamente penalizzate nel mercato del lavoro, a causa del carico di lavoro domestico e di cura che hanno dovuto sostenere durante i periodi di chiusura dei servizi per l’infanzia e delle scuole. Su 249 mila donne che nel corso del 2020 hanno perso il lavoro, ben 96 mila sono mamme con figli minori. Tra di loro, 4 su 5 hanno figli con meno di cinque anni: sono quelle mamme che a causa della necessità di seguire i bambini più piccoli, hanno dovuto rinunciare al lavoro o ne sono state espulse. D’altronde la quasi totalità – 90 mila su 96 mila – erano già occupate part-time prima della pandemia .È questo il quadro che emerge dal 6° Rapporto “Le Equilibriste: la maternità in Italia 2021”, diffuso in occasione della Festa della Mamma, da Save the Children.
Un quadro che già prima della pandemia raccontava un‘Italia in cui la scelta della genitorialità, soprattutto per le donne, viene ritardata o non praticata spesso a causa dell’impossibilità di conciliare vita familiare e lavorativa. Stando ai dati , nel solo 2019 le dimissioni o risoluzioni consensuali del rapporto di lavoro di lavoratori padri e lavoratrici madri hanno riguardato 51.558 persone, ma oltre 7 provvedimenti su 10 (37.611, il 72,9%) riguardavano lavoratrici madri e nella maggior parte dei casi la motivazione alla base di questa scelta era la proprio la difficoltà di conciliare l’occupazione lavorativa con le esigenze dei figli: assenza di parenti di supporto, elevata incidenza dei costi di assistenza al neonato (asilo nido o baby sitter), mancato accoglimento al nido, le giustificazioni più ricorrenti. Un percorso a ostacoli all’orizzonte delle donne che scelgono di diventare madri, che detengono anche il primato delle più anziane d’Europa alla nascita del primo figlio (32,2 anni contro una media di mamme in EU di 29,4) . E soprattutto fanno sempre meno figli: le nascite hanno registrato una ulteriore flessione, meno 16mila nel 2020 (-3,8% rispetto all’anno precedente). Un’eccezione è quella della Provincia autonoma di Bolzano, in testa per tasso di natalità (9,6 nati per mille abitanti), mentre la Sardegna registra il tasso più basso (5,1 nati per mille abitanti). Secondo l’Istat, soprattutto negli ultimi mesi dell’anno (novembre e dicembre), si è particolarmente accentuata la variazione negativa delle nascite rispetto al 2019: a novembre, infatti, il calo è del -8,2% e in quello di dicembre tocca addirittura - 10,3%. Una situazione che si è solo aggravata con il Covid, ma che già prima della pandemia vedeva molte donne lasciate fuori dal mercato del lavoro a causa dell’impossibilità di coniugare vita lavorativa e familiare e realizzazione personale.


La diffusione del Covid-19 ha sorpreso un’Italia già lenta nel sostegno alla genitorialità e alle mamme in particolare. Durante la pandemia, il Governo è intervenuto con i decreti Cura Italia e Rilancio (e successivamente il DL 30/2021) a sostegno dei genitori lavoratori essenzialmente con l’introduzione di due misure: un congedo parentale straordinario e un bonus baby-sitter. Nel 2020 le domande accolte per il bonus baby-sitting sono state 1.078.173, da parte di 720 mila richiedenti (era necessario presentare una diversa domanda per ogni figlio), per un totale degli importi di quasi 1 miliardo di euro. La maggior parte delle domande è stata presentata da mamme: il 70% nel settore privato/autonomo e il 61% nel pubblico. Per il congedo straordinario, le donne che hanno fatto richiesta sono state quasi 4 su 5, il 78% dei richiedenti . Un chiaro segnale dello sbilanciamento del carico familiare all’interno della coppia e anche del maggiore peso sostenuto dalle madri lavoratrici nel corso dell’emergenza rispetto ai padri. Il fatto che nel congedo la retribuzione sia dimezzata spinge infatti il genitore con il reddito più basso a stare a casa. 
Il Rapporto “Le Equilibriste: la maternità in Italia 2021” di Save the Children, include come ogni anno, l’Indice delle Madri  che identifica le Regioni che si impegnano, di più o di meno, a sostenere la maternità in Italia. Elaborato dall’ISTAT per Save the Children, l’Indice valuta, attraverso 11 indicatori, la condizione delle madri in tre diverse aree: quella della cura , del lavoro  e dei servizi . 

Anche quest’anno, sono le regioni del Nord ad essere più mother friendly: qui si registrano dati ben oltre la media nazionale, rispetto a quelle del Sud, dove tutti e tre gli indicatori si posizionano al di sotto di tale media. Nell’indice generale, le regioni più virtuose risultano nuovamente le Province Autonome di Bolzano e Trento seguite da Valle d’Aosta (al 4° posto l’anno scorso) ed Emilia-Romagna (che perde una posizione rispetto al 2020). Fanalino di coda Campania (nel 2020 era penultima), Calabria (al 19° posto l’anno scorso) e Sicilia (che ha perso l’ultima posizione), precedute dalla Basilicata (al 17° posto nel 2020). Per le regioni del Mezzogiorno l’indice composito mostra sempre valori sotto 93, anche se il trend sembra in lieve miglioramento.
Anche nell’area della cura i primi due posti sono occupati dalle Province Autonome di Bolzano e Trento (quarta nel 2020) mentre la terza posizione è della Lombardia (che perde una posizione rispetto all’anno scorso), seguita da Emilia-Romagna (al 3° posto nel 2020) e Piemonte (nella stessa posizione del 2020). Le ultime posizioni nell’area Cura sono occupate da Basilicata (che perde due posti) e Sardegna (che conferma la 20ma posizione) precedute da Puglia, che perde il non gradito ultimo posto, e Abruzzo (che conferma il 18° posto).
Anche quest’anno, l’Indice delle madri mostra il netto divario tra regioni del nord e regioni del sud. Per quanto ci sia una miglioramento generale dei dati in tutte le regioni, quelle del nord mostrano valori più alti della media, mentre nel Mezzogiorno si riscontra l’esatto contrario con valori più bassi.
Il Rapporto “Le Equilibriste: la maternità in Italia 2021” è disponibile qui: www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/le-equilibriste-la-maternita-in-italia-2021

 
 
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